In via Alto Adige negozi e uffici

Dodicimila metri quadrati tra Camera di commercio (1.500) e Palazzone (10 mila)



BOLZANO. Svolta importante sul terzo palazzo di via Alto Adige (che avrebbe dovuto ospitare la sede Ipes mai realizzata) che sorgerà fra la Camera di commercio ed il secondo palazzone al confine con la curia vescovile. Ieri la commissione urbanistica del Comune ha approvato una proposta di delibera (che finirà al vaglio del consiglio) che introduce la decima variante del Piano di recupero della zona. L’assessore Chiara Pasquali spiega che la commissione ha detto sì al cambio di destinazione d’uso dei 33.000 metri cubi del “Palazzone che verrà” che da uffici pubblici sono stati trasformati in terziario commerciale privato. «Un passo importante - spiega l’assessore - per rendere appetibile il lotto comunale in questione che tra il resto ci permetterà di dare l’avvio a un bando di gara in tempi relativamente brevi visto che dobbiamo e vogliamo accelerare sulla questione, per risolverla definitivamente». Sempre ieri la commissione ha dato l’ok ad un secondo cambio di destinazione d’uso che permetterà alla Camera di commercio di trasformare altri 6.200 metri cubi da uffici pubblici a terziario commerciale privato. «L’operazione - precisa la Pasquali - non sarà a costo zero. Il Comune ha concordato infatti, come contropartita, che la Camera di commercio garantisca i lavori di straordinaria manutenzione del Nuovo Teatro». Sulla questione interviene il consigliere comunale di Unitalia, Luigi Schiatti. «Presso la volumetria, peraltro ancora virtuale perché non realizzata, del famoso lotto D comunale è già previsto che andranno a insistere ben 33.000 metri cubi di terziario commerciale disseminati su 6 piani di fuori terra. Sapendo le vicissitudini che hanno contraddistinto in dieci anni questo lotto, che è stato messo all’asta e la cui gara è andata deserta mi chiedo se valga la pena oggi, con una crisi che imperversa nel settore commerciale in maniera drammatica, trascinata dalla perdita del potere d’acquisto e di spesa delle famiglie e da una depressione del mercato che non pare conoscere inversione, scommettere ancora su questo comparto intensificando le volumetrie da adibire alla vendita. E’ plausibile - conclude Schiatti - che le scelte compiute decenni orsono oramai, in epoche in cui la crisi era ben lungi dal mordere nel modo in cui lo sta facendo oggi, vengano riproposte?».

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