Inceneritore, l’umido «frena» l’impianto

Lo ammette l’assessore Theiner rispondendo a Köllensperger. Filippi: «Tredici Comuni ancora non lo raccolgono»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Troppo umido finisce all’inceneritore e oltretutto ne compromette il funzionamento, abbassandone la temperatura di esercizio. Succede perché in molti comuni altoatesini la gran parte della frazione umida finisce ancora nel residuo, perché tredici Comuni altoatesini ancora non hanno introdotto la stessa raccolta dell’umido e soprattutto perché quasi da nessuna parte si raccoglie l’umido delle seconde case, che in certi Comuni altoatesini sono uno stuolo. È la denuncia di Alberto Filippi (M5S), sulla scorta della risposta fornita dall’assessore provinciale Theiner a un’interrogazione del consigliere grillino Koellensperger, nella quale si chiedeva in quali comuni altoatesini si raccogliesse o meno l’umido delle seconde case. Nell’inceneritore, infatti, quantità elevate di rifiuti umidi non permettono di raggiungere la temperatura necessaria per il funzionamento ottimale. Possono causare guasti e blocchi, come già successo, specie se il tutto è sovradimensionato come nel caso dell’impianto bolzanino.

La risposta dell’assessore Richard Theiner fa letteralmente cadere le braccia: «L’Agenzia per l’ambiente non dispone dei dati nella forma richiesta».

Per le seconde case, commenta Filippi, «si dice che il Comune può non avere interesse ad estendere la raccolta dell’umido, per la distanza o perché sono poco abitate».

Cita però dati interessanti, forniti dai comuni nel 2012 e relativi alla quantità di organico raccolta per abitante. La media che ne viene fuori è di 50 chilogrammi annui per abitante.

«In parole povere il bidoncino ai non residenti proprietari di seconde case viene fornito in pochi comuni e l'elenco provinciale lo conferma. Nel resto dei comuni l'umido delle seconde case finisce direttamente nell’inceneritore di Bolzano».

Dalla recente relazione della Seab si legge che la raccolta dell’umido a Bolzano in un anno è aumentata del 47%, raggiungendo le 4.288 tonnellate. Se si divide la quantità raddoppiata (presumendo lo stesso risultato nel secondo semestre) per il numero di abitanti (105.914 al 31 maggio 2014) viene fuori che in media si raccolgono 81 chili anno per abitante. Un notevole progresso rispetto ai 53,8 del 2012. «Si tenga presente però che un conto è la quantità raccolta e un conto è la quantità prodotta!». La quantità media prodotta «si può infatti stimare prudenzialmente intorno ai 200 chili annui per abitante, tenendo conto dell'umido proveniente da ristorazione, panifici, supermercati e mercati periodici». Oltre a quello portato da turisti e pendolari e gettato nei bidoni, nei cestini o accanto ai bidoni, «si può arrivare anche ai 250 chili». Una quantità notevole, «che non entra nel calcolo dell'umido e finisce tutta all'inceneritore». Ponte Gardena, per dire, «raccoglie 223 chili per 201 abitanti e si occupa, come comunica il vice sindaco del paese, solo di utenze domestiche». La raccolta avviene con il bidoncino familiare. «Il paese con il più basso numero di abitanti è adatto a misurare la quantità media di umido prodotta pro capite, in quanto quantità prodotta e quantità raccolta (da un'ottantina di famiglie) tendono a coincidere».

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