Incidenti nelle due gallerie Il pericolo sono gli incendi

Dopo l’ultimo schianto si ripropone il tema sicurezza. Nel tunnel di S. Giacomo mancano le via di fuga. Pompieri addestrati, ma serve un’autobotte nuova


di Bruno Canali


LAIVES. L’incidente dell’altro giorno nel tunnel di San Giacomo pone un’altra volta il tema della sicurezza nelle due gallerie sul territorio comunale di Laives.

Con oltre 5 chilometri di variante dentro il tunnel, il territorio comunale di Laives, di fatto, ospita il tratto più lungo di strada in galleria a livello provinciale. Nello specifico, la galleria di San Giacomo è lunga 2.234 metri, mentre quella ultimata lo scorso anno alle spalle della città di Laives è lunga 2.882 metri. Pur essendo dotate dei più moderni sistemi di sicurezza, le due gallerie rimangono un punto critico per quanto riguarda l'eventuale necessità di soccorsi d'emergenza, soprattutto in caso di incendio al loro interno. Da questo punto di vista, la più problematica è indubbiamente la galleria di San Giacomo, a tutt'oggi priva delle vie di fuga verso l'esterno, come invece è dotata quella di Laives.

La Provincia ha in previsione la realizzazione di queste vie di fuga per il tunnel di San Giacomo, costo attorno ai 6 milioni di euro, ma intanto il problema sicurezza rimane.

E dove si tratta di sicurezza, si parla di vigili del fuoco, specialisti chiamati ad intervenire per primi nel caso in cui, dentro il tunnel, per qualunque motivo, dovesse scoppiare un incendio, ipotesi tutt'altro che impossibile.

Per questo, per essere pronti ad affrontare qualunque scenario, anche il più drammatico dentro i tunnel, si stanno preparando e attrezzando da tempo i vigili del fuoco volontari di Laives, quelli che eventualmente sarebbero chiamati per primi ad intervenire, tenuto conto che dentro una galleria, in caso d incendio, le temperature possono raggiungere anche i 7-800 gradi, con un fumo impenetrabile.

«Col tempo ci siamo attrezzati anche per questo tipo di interventi - dice Norbert Foppa, comandante dei vigili del fuoco volontari di Laives - e quello che ci manca eventualmente sarebbe una nuova autobotte. Quella che abbiamo ha ormai 24 anni e va cambiata, speriamo il prossimo anno. Per il resto, gli uomini seguono periodicamente corsi specifici, dedicati all'uso degli autorespiratori ad esempio, per operare in ambienti saturi di fumo, così come siamo dotati di un camera ad infrarossi che consente di rilevare temperature anche rimanendo a distanza di sicurezza e individuare eventuali feriti nel fumo. Poi ci sono i corsi specifici, uno dei quali ha visto i nostri volontari operare nella galleria dell'Arlberg, in Austria, così come al centro di Vilpiano, che ospita il più importante centro per gli interventi in galleria; per il resto ci sono le esercitazioni periodiche, anche dentro i tunnel della variante per testare mezzi, impianti e uomini».

Fortunatamente, finora si sono verificati diversi incidenti dentro la galleria di San Giacomo (l'ultimo, appunto, l'altro pomeriggio vicino al portale di Bolzano), ma nessuno con sviluppo di incendio.

I vigili del fuoco, anche di Laives e San Giacomo, in questi casi sono chiamati a togliere i mezzi incidentati e ripulire la carreggiata da liquidi e detriti. Però il pericolo è sempre in agguato, anche perché le due lunghe gallerie sono del tipo a "monocanna", dove le due carreggiate di marcia sono separate solo da una linea bianca sull'asfalto e basta uno sbandamento o una distrazione per finire sulla corsia opposta causando un incidente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità