BOLZANO

Influenza, il virus si chiama “Bolzano”

Scoperto dal Laboratorio di Microbiologia dell’Asl il nuovo ceppo ha colpito mezza Europa. E ora porta il nome della nostra città


di Antonella Mattioli


BOLZANO. In Alto Adige, e non solo qui ovviamente, ha messo e continua a mettere ko migliaia di persone, costrette a letto da una febbre che arriva a sfiorare i 40 gradi: ormai si sa tutto, o quasi, del virus influenzale attualmente più diffuso in Europa, quello che forse pochi sanno è che il ceppo si chiama A/Bolzano/7/2016 (H3N2), in quanto è stato individuato dal Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Asl di via Amba Alagi.

Il team è composto da nove dirigenti sanitari, tra biologi e medici, e una ventina di tecnici. Alla guida della squadra c’è la biologa bolzanina Elisabetta Pagani, orgogliosa del lavoro svolto, in quanto l’individuazione delle caratteristiche del virus, ha consentito di mettere a punto il vaccino che, ovviamente, non esclude del tutto la possibilità di ammalarsi, ma la riduce notevolmente e comunque, anche nel caso in cui si contragga il virus, i sintomi sono in genere più soft. Per questo l’Asl, come ogni anno, all’inizio dell’autunno ha promosso la campagna anti-influenzale, mettendo in guardia soprattutto le categorie a rischio, ovvero anziani e quanti soffrono di patologie croniche, sulle possibili complicanze del virus. Ciò spiega l’importanza del lavoro svolto nel laboratorio di via Amba Alagi.

Come si è arrivati all’individuazione di A/Bolzano/7/2016 (H3N2)?

«Ogni anno - spiega la dottoressa Pagani - durante la stagione influenzale, periodo che coincide circa con quello invernale (novembre - aprile), in diversi Paesi europei, una rete di laboratori accreditati fornisce regolarmente al proprio Centro nazionale di riferimento per l’influenza (Nic) indicazioni sulla natura dei virus influenzali circolanti. Ognuno di questi centri è a sua volta parte integrante della rete Internazionale di laboratori coordinati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e partecipanti al Programma globale dell’influenza (Gip). Il Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Asl partecipa da diversi anni a questo programma, sotto il coordinamento dell’Istituto superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute».

Perché più laboratori a livello internazionale lavorano ogni anno all’individuazione del virus influenzale?

«Quella che viene eseguita non è solo la ricerca dei virus per confermare la diagnosi che il medico ha effettuato sulla base della sola sintomatologia del paziente, ma anche la caratterizzazione molecolare del virus identificato, ovvero la definizione del tipo (A/B) e sottotipo (H1N1, H3N2...). Lo scopo è quello d’individuare nuovi sottotipi e varianti eventualmente responsabili di epidemie e/o pandemie (ovvero epidemie con tendenza a diffondersi ovunque e invadere rapidamente vastissimi territori e continenti), raccogliendo le informazioni necessarie a definire le formulazioni vaccinali più efficaci, come anche la risposta ai farmaci già disponibili. Il nostro lavoro è solo una parte della catena di attività che portano a questo: alcuni ceppi, considerati particolarmente interessanti, vengono infatti inviati al centro di riferimento nazionale e al Who Collaborating Center di Londra, presso i quali vengono eseguite approfondite caratterizzazioni».

Che cosa significa la sigla A/Bolzano/7/2016 (H3N2)?

«Ogni qualvolta si crei un nuovo ceppo virale, la comunità scientifica internazionale ha stabilito che il suo nome dovrà essere definito indicando il tipo: A; l’origine geografica: Bolzano;il numero di riferimento progressivo: 7; l’anno del ritrovamento: 2016; il sottotipo: (H3N2)».

Che caratteristiche ha?

«Gli approfondimenti condotti per A/Bolzano/7/2016 (H3N2), hanno stabilito che rappresenta attualmente più del 50% dei virus circolanti in Europa. È un virus differente da tutti quelli che sono circolati nelle precedenti stagioni, ma l’efficacia dei vaccini utilizzati per l’attuale stagione non dovrebbe venire meno».













Altre notizie

Attualità