Sanità

Invalidità, sette mesi di attesa per la visita di accertamento

Tempi infiniti per arrivare al riconoscimento dell’invalidità presso gli uffici competenti dell’Asl in via Amba Alagi. Avesani (primaria): «In città 250 persone in attesa ma non si tratta di casi clinicamente urgenti». Seitz e Obwexer: «Non va»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Sette mesi sono troppi per arrivare al riconoscimento dell'invalidità. É quanto avviene attualmente presso gli uffici competenti dell'Asl a Bolzano. Una domanda fatta a novembre scorso vede la probabile visita medica avverarsi solo a giugno prossimo. Questa almeno la risposta a specifica domanda rivolta al personale addetto da chi si è presentato allo sportello per un sollecito. «Questi sono i tempi», viene spiegato in via Amba Alagi 33. Non resta che pazientare.

Barbara Avesani nuova primaria del Servizio di Medicina legale dell'Asl dice che al momento a Bolzano ci sono 250 persone in attesa della visita ma non si tratta di casi clinicamente urgenti: «Le valutazioni urgenti vengono effettuate subito».

L'Associazione invalidi civili (Anmic Alto Adige) ha affrontato la questione in una riunione recente perché alcuni soci hanno lamentato ritardi: «Stiamo verificando, ci muoveremo di conseguenza. Ci risulta che nei casi gravi le visite vengano anticipate». Il riconoscimento dell'invalidità civile resta fondamentale per il riconoscimento del beneficio legato alla legge 104 che permette ai familiari di ottenere 3 giorni di permesso al mese per accudire ad esempio i propri anziani. Serve per l'assistenza economica (Inps) per protesi, trattamenti riabilitativi ed esenzioni ticket.

Ulrich Seitz - presidente dell'Associazione Alzheimer - e Wolfgang Obwexer - a capo della Fondazione per il sociale e la sanità parlano di tempi inaccettabili: «Grave o non grave non è possibile che a Bolzano in 250 debbano aspettare sette mesi». Obwexer dice che spesso il peggioramento dell'invalido è immediato con conseguente aggravamento delle condizioni fisiche e difficoltà che in automatico ricadono sui familiari.

Il presidente parla anche dei ritardi per arrivare alla valutazione della non autosufficienza per l'assegno di cura. «Gli uffici provinciali dicono che i tempi d'attesa sono scesi da 9 a 4 mesi e mezzo, che sono però ancora troppi». Per Ulrich Seitz le attese non dovrebbero mai superare i 90 giorni.

«E poi occorre anche impegnarsi per migliorare la cultura del dialogo tra le commissioni incaricate di verificare lo stato di salute di una persona che ha fatto richiesta di riconoscimento di invalidità o dell'assegno di cura. Si tratta di cittadini già in difficoltà, costretti a portare una marea di carte - con pareri di specialisti - che spesso all'atto pratico non vengono quasi considerate mentre di questa documentazione si dovrebbe tenere conto senza angariare chi sta di fronte con domande che mettono solo a disagio. Una questione di dignità della persona troppo spesso calpestata. Noi seguiamo malati che hanno paura a “farsi interrogare” e che trovano umiliante doversi giustificare perché camminano male, non muovono bene le mani ecc. Anche qui serve un cambiamento - chiude Seitz - e a breve».













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