provinciali 2023

Kompatscher: «Mi ricandido, ma basta farci del male da soli» 

Il presidente e il terzo mandato: «Le mie condizioni? Condividere obiettivi e regole». Sulla richiesta di sanzioni per chi non rispetta la linea: «La base Svp è stanca di litigi»


FRANCESCA GONZATO


BOLZANO. La candidatura per il terzo mandato è decisa. Un anno di annunci rinviati, veleni, scandali veri o montati. Con la sua lettera di venerdì ai referenti locali e ai vertici della Svp, Arno Kompatscher ha messo un punto fermo sul capolista alle provinciali dell’ottobre2023? Senza condizioni? «Non ho posto condizioni, ma obiettivi da condividere. Che restano», risponde. Intanto su facebook è tornata attiva la pagina di supporto «Wir für Arno Kompatscher», ferma dal 2018.

Visto il clima nella Svp, lei aveva posto una serie di condizioni per ricandidarsi. Tutto archiviato?

Se condividere obiettivi e regole su come collaborare viene tradotto «condizioni», allora sì. Ma io non le considero tali. Ne parliamo da mesi, ma saranno gli organi del partito a dettare le regole. Io posso dire cosa penso: serve coesione, una migliore collaborazione.

È questo che chiederà nella clausura con i referenti locali del 17 dicembre?

«Sì. Anche l’Obmann Achammer dice che dobbiamo ritrovare l’unità. Discuteremo su come arrivarci al meglio.

La candidatura c’è, oppure è subordinata a quanto ha appena detto?

Nella mia lettera sono stato chiaro: mi candido per essere nominato capolista. Se la Svp vorrà, sono a disposizione. Non metto all’angolo il partito. Per avere successo, lo ripeto, dobbiamo condividere contenuti e regole. A qualcuno piace dire “Kompatscher contro questo o quello”, non è vero.

Con la vostra guerra interna non avete offerto uno spettacolo edificante. La base è arrabbiata.

In molti dicono “si può sapere cosa state facendo?”.

Gli altri cattivi congiurati contro lei vittima: viene fatta passare questa lettura.

Siamo tutti nella stessa barca. Non c’è un “io contro loro”. E se qualcuno volesse fare ancora casino, servono regole chiare.

Lei ha chiesto di introdurre sanzioni.

Un regolamento senza sanzioni non è efficace.

Siete un partito di raccolta: con questa voglia di univocità non crede di forzare la natura stessa della Svp?

Ci sta la discussione, e anche il conflitto, ma non il farsi male da soli. Una volta arrivati a una decisione, questa va rispettata.

Lei non controlla la maggioranza del gruppo consiliare. Su temi forti come il limite ai posti letto la sua linea è stata bloccata. Le sanzioni su chi si sottrae alla linea dovrebbero riguardare il gruppo consiliare o il partito?

Tutto. Anche l’Obmann ha presentato un codice d’onore. Lavoriamo allo stesso obiettivo.

Ha annunciato la ricandidatura prima del confronto nella clausura. Stava forse per emergere un’altra candidatura, dopo i suoi mesi di sospensione?

Non credo. Ma sarebbe legittimo, magari emergerà, siamo un partito democratico.

L’ultimo capitolo è il giallo della lista di finanziatori della Svp rimasti anonimi perché sotto la soglia dei 5mila euro.

Sven Knoll (Stf) ha presentato documenti falsi, perché non esistono donazioni a singoli candidati. Ha riferito che i documenti sarebbero usciti da qualcuno della Svp. Non devo credere per forza a Knoll, ma se fosse così, serviranno conseguenze per i responsabili.

Per la prossima giunta potreste guardare al centrosinistra?

Come sempre, dipenderà dai risultati delle elezioni. Per me parlare di contenuti significa prepararsi alla transizione ecologica, che avrà pesanti ricadute sociali. L’autonomia è una fortuna, allora dobbiamo avere il coraggio delle scelte. Con il limite ai posti letto, è successo il finimondo.

Chiede ancora di poter scegliere dieci candidati della lista?

Dalle ultime due elezioni il capolista e l’Obmann hanno avuto diritto di parola “fino a” 10 nomi. La novità, votata all’ultimo congresso, è che questi nomi verranno indicati prima dei nominativi dei Bezirke. È un modo per introdurre persone nuove, che non riuscirebbero a emergere dalle maglie della nostra organizzazione interna.

Servirà un rinnovamento anche tra gli assessori?

Dipende da chi si candiderà. L’importante è che tutti i 35 candidati vogliano lavorare insieme.

 













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