Kompatscher: Schützen, basta con i nazionalismi

Per la prima volta il governatore ha parlato ai cappelli piumati anche in italiano Il comandante Thaler non arretra e spinge deciso per il Tirolo unito


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ad un’adunata plenaria degli Schützen non era mai successo: un discorso ufficiale tenuto in tedesco, e poi ripetuto tutto, integralmente, anche in italiano.

Ad aver sovvertito le regole, ieri pomeriggio, è stato il presidente della Provincia Arno Kompatscher, durante la messa di benedizione delle settanta croci in onore dei caduti della milizia territoriale tirolese durante la guerra combattuta contro l’Italia. Croci che ora verranno posizionate in altrettanti luoghi simbolo del conflitto. Sia il presidente altoatesino sia il collega austriaco Johannes Tratter sono stati chiarissimi: occhio a nazionalismi e populismo.

«Lasciatemi dire - ha esordito dal palco Arno Kompatscher - che questa commemorazione è ovviamente dedicata in un primo momento ai Tiroler Standschützen che hanno perso la vita nella prima guerra mondiale, ma direi che deve essere dedicata anche a tutte le altre vittime della Grande guerra: soldati, donne, bambini, civili, che hanno perso la vita in questo conflitto che possiamo considerare la prima catastrofe che ha portato poi, di seguito, anche ad altre catastrofi. Con un’idea nazionalista, l’idea di una supremazia di uno stato o di un popolo su un altro, che alla fine ha portato nell’abisso». Però, «questo è anche un momento per renderci consapevoli che, oggi, noi viviamo in un’Europa di pace, della convivenza tra i popoli europei e che questa pace sicuramente è molto fragile». Guardando all’Est, all’Ucraina, «dobbiamo anche essere coscienti del fatto che bisogna sempre stare attenti che questi nazionalismi, che queste idee che speravamo fossero ormai superate, non tornino». Dobbiamo stare attenti, ha proseguito, «dobbiamo continuare a lavorare per quest’Europa dei popoli, unita, che si unisce sempre di più, dove conviviamo anche tra i diversi popoli, dove la diversità è ricchezza. E bisogna preservarla, la diversità. Però bisogna trarre anche i frutti dalla collaborazione tra i popoli, dalla convivenza tra i popoli. Perciò credo che oggi sia anche un momento per rendersi conto di tutto ciò».

Un discorso assai simile è stato tenuto anche dall’assessore del Land Tirol, Johannes Tratter. «Il ricordo - ha detto - è molto importante. Dobbiamo ricordare i nostri caduti, i tirolesi, ma io credo sia importante e giusto, oggi, ricordare anche gli altri caduti: austriaci, ungheresi, italiani. Oggi, cento anni dopo, dobbiamo pensare che si trattava di uomini, padri e figli, su entrambi i fronti. E alle croci che dovettero portare». Secondariamente, Tratter ha posto l’accento sulla differenza fra amore per la Heimat e populismo. «Il patriottismo è importante. L’orgoglio, l’amore per la patria. Che però deve portare con sé anche il rispetto per gli altri».

Al termine del suo discorso, Tratter ha invitato gli Schützen, «del Südtirol e del Welschtirol», ad una grande manifestazione che si terrà ad Innsbruck il 23 maggio prossimo, voluta dal governatore tirolese Platter nel centenario della dichiarazione di guerra del regno d’Italia all’impero d’Austria-Ungheria.

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