L'abbraccio di Corona a Manuel

L'incontro tra l'alpinista-scrittore e il ragazzo investito dal treno a Ponte Adige


Luca Fregona


BOLZANO. Basta un gesto per far felice un ragazzo. Un abbraccio dal tuo «mito». Dello scrittore che ami di più. Manuel Bozzolan, 16 anni, lo scorso luglio ha rischiato di morire. Ha attraversato i binari a Ponte Adige mentre arrivava il treno. Pensava di farcela. Una sorta di sfida per lui, costretto ad usare le stampelle o la carrozzella per muoversi. Invece è stato travolto. E' finito sotto la motrice. Per uno di quei miracoli che accadono solo nei film di Truffaut, se l'è cavata. Ha riportato lesioni gravissime, ha perso un piede. Ma poche settimane dopo era di nuovo fuori, a sfidare il mondo come sempre. Con orgoglio e determinazione. Durante la convalescenza, Manuel aveva espresso il desiderio di conoscere Mauro Corona, l'alpinista-scrittore di Erto. Manuel ha letto tutto i suoi libri. E' cresciuto con le sue storie. «Mi piacerebbe fare un giro nei boschi con lui». Corona, informato dall'Alto Adige, lo aveva chiamato in ospedale. «Ti farò da capo-cordata», gli aveva detto affettuosamente. «E appena posso, ti verrò a trovare». Promessa mantenuta. Sabato sera, Corona ha riempito il Teatro Puccini di Merano invitato dal Cai. Prima, però, ha incontrato Manuel. Un abbraccio. Un dialogo fitto tra uno scrittore maturo e un adolescente che la vita ha fatto crescere in fretta. Manuel ha consegnato a Corona un suo racconto. Corona lo ha invitato a casa sua, a Erto. «Facciamo una passeggiata, mangiamo, parliamo...». Quando incontri il «mito» della tua vita in carne ed ossa, puoi rimanere deluso. La realtà è (quasi) sempre un po' meno bella del sogno. Ma Corona non ha deluso Manuel. «È stato fantastico - racconta -. L'ho sentito vicino. È una persona vera. Mi ha parlato in friulano, perché sa che lo capisco. La famiglia di mia mamma viene da quelle zone». Corona si schermisce, ma è contento: «Ammiro questo ragazzo, la prossima estate verrà da me. Gli insegnerò a scolpire il legno e la pietra. Con le mani, che ha forti come le radici di quercia».













Altre notizie

Attualità