Bolzano

L’Ana «recluta» giovani: due settimane in caserma per conoscere gli alpini

Il presidente sezionale Pasquale D'Ambrosio: «Iniziativa pensata anche per rinfoltire le nostre fila». La richiesta al Comune: un monumento in piazza 4 Novembre. L’adunata a Rimini si farà


Paolo Tagliente


BOLZANO. Due anni di pandemia, un impegno garantito anche nei momenti più bui, le attività consuete“congelate”, tanti progetti per il futuro. Ora che il virus sembra perdere la sua forza anche l’Ana altoatesina è pronta a ripartire. Anche perché il 2022 si preannuncia davvero denso di appuntamenti. Ne abbiamo parlato con Pasquale D’Ambrosio, presidente della sezione Alto Adige dell’Associazione nazionale alpini.

La prima domanda non può che riguardare l’adunata nazionale, la 93ª, prevista a Rimini nel 2020 e poi rinviata per ben due anni. Cosa accadrà quest’anno?

Beh, per quanto riguarda l’adunata, ci sono importanti novità. Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) il presidente nazionale Sebastiano Favaro ha confermato che il prossimo maggio l’adunata di Rimini-San Marino si farà. Restano ancora da decidere le modalità con cui questo grande evento si svolgerà, ma è importante sapere che è stata finalmente confermata. L’aspettiamo da ben due anni.

Sono stati due anni duri, ma le Penne nere non hanno rinunciato all’impegno per la comunità.

Proprio così. Fa parte del nostro Dna essere sempre in prima fila, in ogni emergenza. Il primo importante impegno è stato in occasione dello screening di massa, a fine novembre del 2020: alpini di tutti i gruppi erano operativi nei centri in cui venivano effettuati i tamponi. Successivamente, su richiesta dello stesso comandante del reggimento logistico Julia, abbiamo dato il nostro contributo per il regolare svolgimento delle operazioni all’interno della caserma Battisti di Merano, dove prima era stato allestito il punto tamponi e, successivamente, il punto vaccinale. Lavoro svolto anche in altre località altoatesine. Durante i lockdown, inoltre, le Penne nere hanno provveduto alla distribuzione di medicinali e alimenti, in tutta la provincia. Anche quest’anno, inoltre, in occasione dei mercatini i nostri soci hanno presidiato gli accessi, dispensato indicazioni e garantito il corretto svolgimento dell’iniziativa.

Al di là dell’adunata, dal marzo del 2020 sono state cancellate tutte le attività dei gruppi.

Sì, è fondamentale che l’attività di tutti i gruppi possa riprendere a pieno ritmo. Per due motivi: perché gli eventi e le iniziative organizzate dagli alpini hanno un grande valore sociale per le nostre comunità, ma anche perché, grazie a quegli appuntamenti, i nostri gruppi si garantivano le risorse economiche per le loro attività.

L’incognita più grande sul futuro dell’Ana è quella legata al mancato ricambio generazionale, dopo l’abolizione della leva obbligatoria. Esiste una soluzione?

Le proposte al vaglio sono diverse, ma quella che ritengo più interessante è l’organizzazione di stage di due settimane in caserma per ragazzi dai 16 ai 23 anni. Non sarà una mini leva, intendiamoci. L’idea partita dall’Ana è quella di dare ai più giovani la possibilità di toccare con mano la realtà degli alpini, ma non sarà qualcosa di militaresco. L’idea è quella di avvicinare i ragazzi alla nostra associazione, mostrando loro i fronti su cui le Penne nere sono impegnate, compreso quello nella Protezione civile. Un’esperienza diversa dalle solite, cui i giovani potranno partecipare su base volontaria e che darà loro anche interessanti spunti per un’eventuale impegno futuro nella Protezione civile e nel sociale. I benefici, insomma, non saranno solo per l’Ana, ma per i ragazzi e la comunità. L’idea è quella di selezionare alcune caserme sul territorio e una di questa potrebbe essere proprio la caserma Battisti di Merano. Il suo comandante, cui è stato illustrato il progetto a grandi linee, si è detto entusiasta.

A Bolzano gli alpini hanno un progetto interessante da realizzare. Ci spiega qual è?

Già da tempo abbiamo proposto al Comune di Bolzano la realizzazione di un monumento nella rotatoria di Piazza 4 Novembre. Si tratta di un cappello alpino che, in quel punto della città, troverebbe collocazione ideale. Sia perché è proprio davanti al Comando della Truppe alpine, sia perché si trova vicinissimo a Parco Petrarca, alla cui realizzazione gli alpini hanno dato un contributo fondamentale. Non c’è alcuna intenzione di veicolare un messaggio nazionalistico, ma solo il desiderio di ricordare quanto gli alpini siano legati a Bolzano e alla sua storia. Aspettiamo che il Comune ci dia risposte in merito. Oltre a questo, a ottobre è in programma il raduno sezionale per celebrare i dieci anni dalla splendida Adunata nazionale svoltasi nella nostra città.

Quest’anno, il mese di ottobre ha un sapore particolare. Perché?

Ricorre il 150° della fondazione del Corpo, nato il 15 ottobre del 1872 a Napoli, dove il re Vittorio Emanuele II firmò il decreto di costituzione. Quel giorno saremo anche noi nella città partenopea, dove si terrà una cerimonia solenne con tutte le bandiere di guerra degli alpini, anche quelle dei reparti sciolti negli ultimi decenni.













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