L’Antitrust contro sei banche altoatesine

Avviata un’istruttoria su segnalazione del Ctcu. Istituti di credito accusati di fare cartello sui mutui a tasso variabile


di Davide Pasquali


BOLZANO. Su segnalazione del Centro tutela consumatori utenti l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria contro sei istituti bancari altoatesini. Si ipotizza l’esistenza di un’intesa anti concorrenziale sui mutui casa a tassi variabili. Tradotto, ci si sarebbe messi d’accordo per imporre ai clienti una soglia minima sotto la quale il tasso non può scendere. La stessa soglia per tutti - il 3% - in modo da non farsi concorrenza.

Le sei banche sono la Cassa di Risparmio di Bolzano, la Banca Popolare dell’Alto Adige, la Cassa Raiffeisen di Brunico, la Cassa Rurale di Bolzano, la Cassa Rurale di Renon, la Cassa Raiffeisen della val d’Isarco. Tutto nasce da una rilevazione effettuata a dicembre 2013 dal Ctcu sulle offerte di mutuo per l’acquisto della prima casa praticate da alcuni istituti di credito attivi in Alto Adige.

Le sei banche oggetto della rilevazione, che complessivamente detengono una parte molto rilevante degli sportelli bancari altoatesini, secondo i consumatori offrirebbero mutui a tasso variabile tutti caratterizzati dalla presenza di un cosiddetto tasso floor, ovvero di un valore minimo del tasso contrattualmente previsto, al di sotto del quale l’interesse applicato al finanziamento non può scendere, anche nel caso in cui dalla somma tra il parametro di indicizzazione arrotondato più lo spread risultasse un valore più basso. Per tutte le banche il tasso floor risulterebbe fissato nell’identica misura del 3%.

L’Antitrust considera la dimensione geografica provinciale, in virtù della limitata disponibilità della clientela a spostarsi per sostituire l’offerta locale attraverso la ricerca di altri operatori in aree geografiche attigue. Per di più le sei banche altoatesine rappresentano una parte sostanziale del panorama altoatesino, non inferiore al 40% in termini di sportelli.

L’Autorità ha evidenziato la possibile esistenza di un’intesa nel mercato degli impieghi alle famiglie consumatrici delle province di Bolzano e Trento, consistente nell’inserimento nei contratti di mutuo ipotecario a tasso variabile di una medesima clausola relativa alla presenza di un tasso floor - come detto una soglia minima al di sotto della quale il tasso di interesse applicato al finanziamento non può scendere - il cui ammontare è stato fissato nell’identica misura del 3%. L’adozione omogenea di tale tasso, si spiega nel documento di avvio dell’istruttoria, che corrisponde alla previsione di un prezzo minimo comune, è potenzialmente idonea a coordinare le politiche delle imprese nell’evitare il confronto concorrenziale basato su una riduzione dei tassi di interesse per competere nell’acquisizione di clienti.

Visto l’attuale andamento dei tassi di interesse, attestatisi su livelli molto bassi da un prolungato periodo di tempo, il tasso del 3% non trova giustificazione nelle normali dinamiche competitive, oltre a risultare particolarmente oneroso per la clientela. Alle attuali condizioni del mercato del tasso utilizzato come paramentro di indicizzazione (Euribor a 3 o 6 mesi, con valori medi nell’ultimo anno e mezzo rispettivamente fluttuanti tra 0,2 e 0,31 e tra 0,3 e 0,41%) il tasso del 3% rappresenta il tasso effettivamente applicato ai mutui e costituisce, pertanto, un vincolo attuale al libero dispiegarsi del confronto concorrenziale.

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