ODONOMASTICA

Bolzano, l’appello: Lidia Menapace al posto di "Via Cadorna" 

La richiesta di rinominare la via nel quartiere Gries. Decine di firme per chiedere di intitolarla alla partigiana e femminista scomparsa nel dicembre 2020 e “cancellare un personaggio che non lo merita”



Bolzano. Lidia Menapace al posto di Cadorna. La costruttrice di pace a cui dedicare una via, togliendola al generale delle battaglie sull'Isonzo, del muro da sfondare costi quel che costi. Ed è costato: migliaia di giovani uccisi in folli assalti frontali, offerti stoltamente sull’altare della conquista di pochi metri di terreno. «Bolzano deve ricordare Lidia. E deve farlo perché si tratta di una nostra cittadina che ovunque, in Italia e nel mondo, è stata simbolo di rettitudine, onestà e rigore morale. Al di là delle posizioni politiche», aveva subito proposto il sindaco. «Ricordiamola adesso, legando il suo nome ad una strada fino ad oggi offerta immeritatamente in memoria di un macellaio» scrivono ora invece senza mezzi termini un centinaio di bolzanini. (Qui i nomi di tutti i firmatari)

I quali, coinvolti da Osvaldo Pallozzi e Paolo Bertagnolli, chiedono a Caramaschi e alla città di fare in fretta. Di approfittare di una perdita dolorosa per conquistare il ripristino della memoria storica che, ritengono i firmatari, è tutt'ora mantenuta improvvidamente a favore di un personaggio che non la merita. Tra i firmatari molti appartenenti al mondo della cultura, dell'insegnamento, consiglieri comunali in carica e no, medici , uomini e donne dei settori del volontariato e dell'associazionismo. Da Luigi Gallo a Giorgio Dobrilla, da Karin Bertagnolli a Wally Rungger, Josef Perkmann, Giorgio Murer, Maurizia Mazzotta, Sergio Camin e moltissimi altri.

L'appello mostra di comprendere le difficoltà dell'operazione. Visto che la legge prescrive di far trascorrere almeno dieci anni dalla morte per intitolare una strada o una piazza ad un personaggio. Tuttavia propone, come è accaduto in passato e sempre per casi particolari, di muoversi “in deroga”. Ma nel caso di Lidia Menapace, scrivono «ci sembra più che doveroso affrettare l'intitolazione».

Indubbiamente l’appello tocca un nervo scoperto all'interno del mai sopito confronto sui nomi delle vie e lo tocca in particolare in questo caso, perché intorno a Cadorna sono decenni che le riflessioni, anche polemiche, si susseguono. E non solo nel mondo di lingua tedesca, sensibile a nomi come Amba Alagi o Reginaldo Giuliani, ma soprattutto in quello di lingua italiana.

Tanto che anche il sindaco, una volta appreso dell'appello, dice molto chiaramente: «Cadorna non lo sopporto. Mi è' visceralmente antipatico. Ha mandato a morire inutilmente tanti italiani e lo ha fatto insistendo su una tattica suicida. Tutt’altra pasta quella di Armando Diaz, anch'egli capo di stato maggiore, ma che viene ricordato per il suo atteggiamento molto più rispettoso della vita e della dignità dei suoi sottoposti». Ma lo stesso Caramaschi mette in guardia sul senso della legge dei dieci anni dalla scomparsa: «Proprio l’altro giorno abbiamo a lungo discusso in consiglio sulla proposta di intitolare un luogo della città a quel povero insegnante francese sgozzato dagli islamisti. So che l’onda emotiva in questi casi è forte ma proprio per questo la legge chiede di porre del tempo tra la morte e l'intitolazione».

Per cui la strada scelta pare questa: subito un albero per Lidia alla collina dei saggi, accanto a quelli di Abbado, Mayr Nusser , Thaler, Giulini. E questo avverrà tra pochi mesi. Inserendo l'evento anche nel programma del Centro Pace. «Ma prometto che proveremo in molti modi di indagare se sia possibile una deroga per accelerare l'intitolazione di una via per Lidia Menapace», aggiunge.

Perché, nel frattempo ci sarebbe da valutare anche un altro elemento. Se Bolzano possedesse nuove vie senza nome sarebbe più semplice la procedura, invece cambiare intitolazione ha come conseguenza la necessità di intervenire sull'anagrafe, sui numeri civici come pure la richiesta a cittadini e aziende di cambiare documenti, carte intestate e burocrazia. Ma per Lidia, questa è la sensazione, si proverà a discuterne quanto prima. Anche perché Cadorna, e questo anche il sindaco non lo nasconde più, va quanto prima sostituito. (p.ca.)

Tutti i nomi dei firmatari:

L’appello  è stato lanciato da Osvaldo Pallozzi e Paolo Bertagnolli e sottoscritto da: Rudi Zinelli, Marianna Montagnana, Renato Palaia, Francesca Califano, Robi Catania, Roberto Clementi, Maria Claudia Bertagnolli, Paolo Maria Fabbrini, Hendrik van den Driesch, Francesco Rosso Tancredi, Fabio Corazzina, Rosemarie Oberhofer, Brigitte Waha, David Läg Tomasi, Rosaria Cembran, David Augscheller, Marcella F.C., Hannelore Nienhaus, Rossana Rossi, Lorenza Graziadei, Felicita Scolati, Mario Franceschini, Elena Zeta, Luigi Gallo, Annamaria Leonelli, Josef Perkmann, Cecilia Bosone, Wally Rungger, Mao Valpiana, Paolo Sartori, Giorgio Dobrilla, Roberta Benatti, Michael Gaismair, Genny Losurdo, Giorgio Cogoli, Pasquale Iannamonelli, Alidad Siri, Valeria Trevisan, Maurizia Mazzotta, Caterina Pifano, Lucia Tibaldo, Carmelo Federico Setti, Enrico Peyretti, Giorgio Murer, Paola Marinelli, Tobias Tobe Planer, Maria Cantarini, Sergio Camin, Nadia Dagostin, Stefano Mascheroni, Francesco Iannucci, Gilberto Cavalli, Valentina Biasi, Elisa Galli, Karin Bertagnolli, Piero Cavallaro, Marina Manganaro, Nel Nel, Marcella de' Chilovi, Paolo Merlo, Federico Franceschini, Erica Fassa, Debora Pedratscher, Luigi Bertagnolli, Rita de' Chilovi, Patrizia Zangirolami, Antonio Ferremi, Emanuela Bertolini, Diego Raul Marciano, Zampieri Giancarla, Marciano Gabriel, Virginia Giacomozzi, Fruianu Gabriella, Carla Dazzi, Daniele Mistura, Gianni Ventura, Giusy Baioni, Lucia Contessa, Carla Tenan.













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