L’autopsia: bimbo morto per emorragia

Il decesso del piccolo di 2 anni in val Sarentina non è stato provocato dalla meningite. Inchiesta della Procura


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La tragedia del piccolo di due anni trovato privo di vita nel suo lettino dai genitori a San Martino in val Sarentina, non è da addebitare ad un attacco di meningite fulminante. Lo ha stabilito l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Donatella Marchesini e svolta ieri mattina dall’anatomopatologo dell’ospedale di Bolzano Guido Mazzoleni. Il decesso del bimbo è stato in realtà provocato da una emorragia cerebrale. Per il momento null’altro è trapelato dagli inquirenti.

La Procura della Repubblica ha però aperto un’inchiesta perchè a questo punto dovrà anche essere verificata l’ipotesi che vi possano essere responsabilità colpose o dolose da parte di terzi. La situazione sotto il profilo clinico sembra essere stata evidenziata con sicurezza dall’anatomopatologo, tanto che sempre nella giornata di ieri la Procura ha firmato il nulla osta per i funerali del piccolo.

Cosa può aver provocato l’emorragia che non ha lasciato scampo al bimbo? Il medico d’emergenza intervenuto a San Martino in val Sarentina la mattina della tragedia, sembra non avesse notato sul piccolo postumi o segni esterni di contusioni. Un particolare che rende più difficile il lavoro degli inquirenti che dovranno, sostanzialmente, valutare tre ipotesi.

In primo luogo sarà necessario stabilire se l’ictus possa essere stato provocato da una predisposizione congenita dello sfortunato bambino che potrebbe aver avuto problemi di elasticità delle pareti venose in zona cerebrale. Nella seconda ipotesi andrà verificata un’eventuale trauma da caduta non notata o sottovalutata dai genitori. In questo caso potrebbe delinearsi una responsabilità colposa da parte dei genitori.

La terza ipotesi, che la Procura andrà a valutare, riguarda possibili percosse che il piccolo potrebbe aver subìto in casa. Siamo, lo ripetiamo, nel campo delle pure ipotesi di lavoro degli inquirenti che, alla luce di quanto emerso dall’esame autoptico, non possono ovviamente escludere nulla. L’indagine avviata dal sostituto procuratore Donatella Marchesini è solo alle prime battute ma sembra che il magistrato abbia intenzione di valutare con attenzione anche il contesto familiare in cui è avvenuta la tragedia ed eventuali tensioni.

La madre che si è accorta troppo tardi che il figlioletto non respirava più, avrebbe raccontato di aver «scosso» il bambino per tentare di svagliarlo. Ma c’è anche il racconto del padre al vaglio della Procura. Fu proprio l’uomo a dare l’allarme con il telefonino al 118 facendo intervenire il medico d’urgenza con l’elicottero. E’ probabile che nei prossimi giorni i due genitori vengano sentiti direttamente dagli inquirenti. Le loro deposizioni saranno molto importanti soprattutto in relazione al risultato dell’autopsia.

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