l’azienda di via volta

BOLZANO. L’Iveco, storica azienda della zona industriale di Bolzano specializzata nella produzione di veicoli militari (ma non solo) – il «Lince» è uno dei mezzi più noti del marchio e viene...


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’Iveco, storica azienda della zona industriale di Bolzano specializzata nella produzione di veicoli militari (ma non solo) – il «Lince» è uno dei mezzi più noti del marchio e viene utilizzato da molti eserciti europei e non – ha deciso di ricorrere da gennaio a giugno 2016 alla Cassa integrazione ordinaria. Riguarderà, con ogni probabilità, solamente gli operai (alcune centinaia verosimilmente) e sarà limitata a venti giornate di lavoro.

La notizia ha fatto rapidamente il giro della città e indotto i sindacati ad alzare il livello di guardia. Secondo gli osservatori più attenti non si tratta del classico fulmine a ciel sereno «prova ne sia - sottolinea Fabio Parrichini della Fiom-Cgil - che i turni di lavoro erano già stati ridotti da due a uno e anche nel 2015 erano state decise due fermate collettive nelle settimane di Carnevale e Pasqua». A destare una certa preoccupazione, come sottolinea il segretario provinciale della Uil Toni Serafini «è che Iveco negli ultimi 30 anni non aveva mai fatto ricorso alla Cig ordinaria, proprio perché è sempre stata in salute grazie ad una serie di commesse importanti sul mercato internazionale, dalla Russia al Brasile. Ciò induce ad osservare la situazione con particolare attenzione, al di là delle venti giornate programmate». Tra i sindacalisti c’è chi sostiene che vi sia anche una concorrenza più agguerrita di una nota azienda tedesca, dove lavora l’ex manager bolzanino Pietro Borgo.

Iveco - che a Bolzano ha 780 dipendenti tra operai, impiegati e tecnici qualificati impegnati nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prototipi - ieri ha preferito non commentare la decisione, diventata di dominio pubblico dopo l’incontro con la «Rsa» al quale hanno partecipato l’ingegner Piero Faccioli, direttore dello stabilimento Iveco Defence, Vincenzo Retus, responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Cnh Industrial e la responsabile del personale Marica Massaro. «L’azienda - spiega al telefono una centralista - non rilascia dichiarazioni o interviste».

L’unico comunicato ufficiale è quello dei rappresentanti sindacali, esposto anche in bacheca: «Il 21 ottobre si è tenuto un incontro per approfondire la situazione. L’azienda ha comunicato che nel 2016 verrà aperta la Cassa integrazione ordinaria. I dettagli verranno approfonditi dopo un ulteriore incontro. L’azienda ha comunicato che verranno smaltite le ferie e che seguirà un incontro a breve per la chiusura natalizia».

Giuseppe «Joe» Pelella, dipendente Iveco distaccato alla Uil, manifesta tutto il suo stupore. «Il ricorso alla Cig ordinaria sorprende, soprattutto se si considera che riguarda un’azienda che non faceva ricorso a questo strumento da 30 anni. Questa scelta, però, se viene valutata nel suo insieme, nell’ambito del contesto Fiat o in quello più ampio del mondo industriale, bolzanino e non, non desta eccessiva preoccupazione». Per il consigliere provinciale Roberto Bizzo è invece una «situazione preoccupante, legata anche ai tagli di diversi Governi alle spese per la difesa». Per ogni ora di cassa integrazione, ricorda Parrichini, «un operaio medio che solitamente guadagna 10 euro lordi ne incasserà 6. Tuttavia sono fiducioso, perché mi è stato riferito che sarebbero quasi pronti i nuovi prototipi».

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