L'errore di Max: in cella teneva la foto del cugino

I carabinieri l'hanno trovata dopo la fuga, così hanno scoperto il covo di Vandoies


Susanna Petrone


BOLZANO. Tradito da una foto dimenticata in cella. E' stata un'intuizione a portare al covo di Vandoies di Max Leitner. Dopo la fuga, i carabinieri di Bolzano hanno perquisito la cella del carcere di Asti. Tra gli effetti personali c'era una foto del cugino, Ervin Heinrik Purer, proprietario della villetta, arrestato per favoreggiamento.

E' bastato sorvegliarlo per arrivare a Max. Sapeva di andare contro la legge, Heinrik Purer. Ma soprattutto sapeva che rischiava di finire in carcere se avesse accolto in casa sua Max Leitner, il rapinatore di Elvas che dopo la settima fuga - avvenuta a fine ottobre - si era rivolto al fidato cugino di Vandoies. «Non voglio che gli accada qualcosa - avrebbe detto ai carabinieri pronti alll'irruzione Ervin Heinrik Purer, 61 anni, che ora si trova in carcere per favoreggiamento -. E' in casa, ma non fategli del male. Sono cresciuto insieme a lui. Me lo ricordo piccolo. Quando è venuto da me mi sono posto il problema. Ma alla fine non avrei mai potuto negare il mio aiuto a Max».

Oggi il cugino del «re delle evasioni» verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari. Per il momento si trova ancora in carcere. Ma come sono riusciti a capire i carabinieri che Max Leitner si nascondeva a Vandoies di Sopra? Subito dopo la settima fuga, le forze dell'ordine hanno dato il via ad una serie di accertamenti. Ai militari del Ros, coordinati dal colonnello Michael Senn, è stato chiesto di prendere in mano le intercettazioni.

Nel frattempo i militari del nucleo investigativo e operativo, coordinati rispettivamente dal capitano Davide Perasso e dal tenente colonnello Giacomo Barone, hanno effettuato una serie di sopralluoghi in Val d'Isarco e soprattutto nella zona di Elvas, dove vive la famiglia di Max Leitner. I carabinieri hanno deciso di andare a verificare di persona gli oggetti personali lasciati dal rapinatore di Elvas nella cella del carcere di Asti, da dove è fuggito durante un permesso premio. Ed è lì che Max Leitner ha fatto il primo errore. Tra gli oggetti, infatti, c'erano lettere di familiari e amici, documenti giudiziari e una foto. Su questa foto si vedeva Ervin Heinrik Purer.

Il cugino più grande di Max Leitner non era mai finito sulla lista dei sospettati. Invece quella foto ha convinto i carabinieri che tra Max Leitner e lui ci fosse un legame forte. A quel punto sono iniziati gli appostamenti da parte dei carabinieri e degli ispettori della polizia. Secondo gli inquirenti, i fratelli lo incontravano di notte. Cambiavano vettura e poi raggiungevano il covo. Mercoledì mattina, infine, l'irruzione del Gis (Gruppo intervento speciale) dei carabinieri ha concluso la latitanza.

I militari incappucciati e armati hanno fatto esplodere la porta d'ingresso della villetta a schiera alle 7.55. Dopodiché le forze dell'ordine sono entrate e hanno trovato Leitner mentre dormiva al secondo piano su un divano. Il «re delle evasioni» ora si trova nel carcere di Trento, dove attende di essere trasferito. La villetta, intanto, è stata posta sotto sequestro dal sostituto procuratore Igor Secco. Il magistrato aveva aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento.

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