L’idea della piscina-top utile a tutta l’Alta Badia

La mancanza di una struttura natatoria di buon livello suggerisce nuovi progetti. Pizzinini (Ladins): «In ogni caso l’importante è non fare lotte di campanile»


di Alessio Pompanin


LA VILLA IN BADIA. Il futuro della montagna altoatesina? Sta nell'acqua. Quella delle piscine. Questo, in estrema sintesi, potrebbe essere il senso di una visione ad ampio raggio, visione evidentemente soprattutto da... ottica turistica, rilanciata per il territorio dell'Alta Badia da Albert Pizzinini, esponente politico dei Ladins Dolomites. E se da una parte Pizzinini rilancia l'idea di una nuova, moderna e grande piscina pubblica per l'Alta Badia, che dovrebbe servire innanzitutto per i residenti ma che, evidente, dovrebbe avere una connotazione ideale per essere “venduta” turisticamente, dall'altra invita a non fare, eventualmente, guerre di campanile. Una lotta fra paesi da evitare, eventualmente, e che già sta avvenendo per un'altra struttura pubblica “comune” al territorio dell’Alba Badia, ma in questo caso formativa, quella della scuola di musica.

«La realtà - spiega Pizzinini - è che da anni in Alta Badia si sente il problema della mancanza di una bella piscina pubblica, dove sia i residenti che anche, evidentemente, gli ospiti, i turisti, possano divertirsi. Le possibilità presenti attualmente infatti sono molto limitate, essendo la piscina della scuola media di La Villa, che di fatto è l'unica struttura natatoria degna di tale nome sul territorio badiota, ormai superata».

L'idea di Pizzinini, del resto, poggia su robuste fondamenta: quelle rappresentate dal successo ottenuto, negli ultimi anni, dalle strutture natatorie moderne che sono state realizzate, con formule ben diverse da quelle della classica vascona, sul territorio provinciale e anche nel vicino Trentino. Ecco allora che si possono citare gli esempi noti dell'Acquarena di Bressanone piuttosto che del Balneum di Vipiteno, dell'Acquavventura di Naturno o della più recente apertura, nella vicina Val di Fassa, a Canazei, la struttura Dòlaondes. L'evoluzione in salsa fitness - relax acquatico della classica piscina coperta, insomma, nel panorama provinciale e volendo anche regionale segna un "buco": quello, appunto, dell'Alta Badia.

«Al di là del discorso su eventuali strutture particolari come gli esempi citati - prosegue Pizzinini - a mio modo di vedere il discorso fondamentale è dare una piscina coperta decente al territorio dell'Alta Badia. Senza andare a cercare progetti impegnativi, credo che le soluzioni prospettabili possano passare da un ammodernamento della piscina scolastica di La Villa alla realizzazione di un centro polifunzionale, e in questo magari ci si avvicina di più alle ultime moderne strutture realizzate in Alto Adige, dove potrebbero anche essere inserite delle vasche per il trattamento acquatico di varie patologie».

Certo, se è vero che una bella e moderna piscina potrebbe essere una freccia in più nella faretra della promozione turistica badiota per andare a colpire altri e nuovi bersagli, è evidente che parlare di progetti impegnativi, sotto il profilo dell’esborso economico, in questo periodo forse non è proprio l'ideale. La stretta, anche ai fondi pubblici, l'abbiamo scoperta da un po'...

«Ma in questo senso - aggiunge Pizzinini - per quando riguarda il finanziamento e la gestione della struttura, io sono convinto che potrebbero anche essere chiamati dei privati, e ce ne sono, ben disposti a cimentarsi in un progetto ben attuato».

Tutto, comunque e come anticipato, senza fare lotte di campanile.

«L’errore da non fare - conclude Pizzinini - è quello di farsi una guerra di campanile, vedi quanto sta accadendo con la scuola di musica, sul luogo in cui realizzare la struttura. D’altronde, di certo non ogni paese si può dotare di una piscina pubblica».

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