La ricerca

L’Istat: bolzanini angosciati dai costi stellari per la casa 

I dati analizzati da Annalisa Cicerchia: «In Alto Adige i prezzi elevati incidono in modo pesante sulle famiglie». Sorpresa: la sicurezza non è sentita come un’emergenza, il 73% non ha paura a passeggiare di notte da solo 


Paolo Campostrini


BOLZANO. È la casa il cruccio. Costa tanto e, dunque, pesa sui bilanci. In statistica si chiama “sovraccarico del costo dell’abitazione”. Se a Bolzano preme per l’8,4 nel resto del Nord Italia lo fa poco sopra il 7. Che sia in affitto a da acquistare i prezzi nel capoluogo dell’Alto Adige rimangono stellari, impegnando una buona fetta delle entrate mensili delle famiglie.

La sicurezza

Ma poi c’è un’altra questione che, a sentir la politica, dovrebbe incidere molto sui nostri pensieri. È la sicurezza. Sempre nei codici delle indagini statistiche la domanda, e dunque la possibile risposta, segue questa formula: «Abbiamo o meno una fiducia generalizzata ed una percezione di sicurezza camminando da soli quando è buio?».

Ebbene l’abbiamo con un parametro del 73,3 %. Al nord questo sentirsi al sicuro, magari se si è donne e si passeggia da sole di notte, scende fino al 61% per salire, ma di poco, al 62 nel resto del Paese.

Bolzano e l'Alto Adige stanno dunque in questa terra di mezzo. Dove si trovano tanti posti letto per chi ne ha bisogno ma anche pochi brevetti, e dunque scarsa innovazione. Facciamo più volontariato di tanti ma abbiamo pochi laureati.

Ecco, a scorrere i dati forniti da Annalisa Cicerchia, prima ricercatrice Istat, l’istituto nazionale di statistica, il luogo dove ogni parte delle nostre vite viene scannerizzato e messa in fila, si scopre che non siamo i primi della classe dove credevamo di esserlo e invece davanti laddove si temeva di arrancare.

Un territorio, quello altoatesino, che si tiene insieme con un comune sentire rispetto alla salvaguardia del paesaggio, che opera con una grande attenzione alla solidarietà e che ha saputo costruire un tessuto sociale e urbano in grado di reggere l’urto delle nuove paure, quelle per il diverso o l'immigrato. E che quindi, nonostante le ansie spesso propagandistiche di chi invoca strette sicuritarie, può vantare un contesto in cui anche di sera ci si sente a casa anche uscendo di casa. O almeno lo si sente molto più che altrove. Magari in situazioni socialmente omogenee come quello delle altre piccole e medie città del nord Italia dove la qualità della vita è mediamente paragonabile alla nostra.

Lenti nell’innovazione

Poi c’è un’altra questione. Che riguarda la capacità del territorio di tenersi al passo coi tempi, di tradurre in innovazione le tante risorse che qui piovono in virtù dell’autonomia realizzata. Ebbene, ci sono due voci, nello studio presentato dalla ricercatrice Istat, che mostrano questi ritardi: i laureati e i possessori dei titoli terziari tra i 30 e i 34 anni che vedono il Nord con una media del 31,4% e noi col 29. Ancorché superiori alla media italiana generale.

E poi la brevettazione. Mentre al nord nel periodo omogeneo, questi dato è aumentato del 132,9% l’Alto Adige è fortemente al di sotto con un 84,5% per milione di abitanti.

Giovani virtuosi

Vantiamo poi un basso tasso di giovani “neet” che non lavorano, non studiano e non si formano e un alto tasso di occupazione femminile. Annalisa Cicerchia ha rivelato questi ultimi dati di indagine statistica comparata nel corso dei “tavoli” che il Partito democratico dell’Alto Adige ha aperto su vari fronti. Trovando anche riscontri rispetto alle criticità da più parti rilevate anche nel dibattito politico di questi anni.

L’emergenza casa

«Il problema della casa - ha osservato il coordinatore cittadino dem Sandro Repetto - è stato da sempre posto all’attenzione delle istituzioni. E necessario dare risposte efficaci per calmierare i prezzi».

Come pure la non altissima percentuale della partecipazione politica e civica della popolazione bolzanina e altoatesina rispetto ad analoghe realtà italiane. Nadia Mazzardis, che ha coordinato il dibattito che è seguito alla presentazione della ricerca, ha anche rilevato l’alta speranza di vita, anche in particolare per quanto riguarda le donne. Rimane una bassa propensione alla spesa, dello 0,83% contro un 1,42 del resto d'Italia così come siamo in coda rispetto ad una percentuale di Comuni con servizi per le famiglie interamente online.













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