La bimba voleva il papà. I giudici: stia con la madre

Per il bene della piccola è opportuno che la mamma resti punto di riferimento. Durante l’udienza la donna si era sentita male dopo la testimonianza della figlia


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il parere della bambina di otto anni, che al giudice aveva detto di voler essere affidata prevalentemente al padre, non è stato sufficiente. La causa civile davanti al tribunale di Bolzano avviata dall’uomo per ottenere l’affidamento prevalente della piccola (dopo la separazione dalla moglie) si è conclusa con la sconfitta del ricorrente che è anche stato condannato al pagamento di tutte le spese processuali. «Per la bambina è bene che la madre resti il punto di riferimento primario» hanno scritto i giudici rigettando il terzo tentativo messo in atto dal padre di farsi affidare la piccola per inserirla nella nuova famiglia che l’uomo si è costruito con un’altra donna, facendo altri due figli. La «contesa» finita al vaglio del tribunale aveva creato scalpore qualche mese fa in quanto la madre della bambina, dopo aver saputo il contenuto della deposizione della figlioletta al giudice, era rimasta vittima di una crisi nervosa. Furono momenti drammatici. La donna si trovava nell’ufficio del giudice Francesca Muscetta quando stramazzò a terra. Perse conoscenza a seguito dello stress accumulato durante l’udienza. Dopo aver saputo che la figlioletta (affidata sin ad allora prevalentemente a lei) aveva espresso il desiderio di andare a vivere col padre per poter godere della compagnia delle sorelline acquisite, fu vinta dallo sconforto e da un cedimento nervoso. La forte tensione accumulata e la notizia appresa dalla donna per bocca dello stesso giudice, provocarono uno stato di stress tale da sfociare in una situazione decisamente critica al punto che il medico e gli operatori sanitari giunti con l’ambulanza decisero di non procedere immediatamente al trasferimento della donna in ospedale. Per circa mezz’ora la donna venne considerata non trasportabile ed i soccorsi sanitari furono organizzati direttamente nell’ufficio del giudice che fu costretto, ovviamente, ad interrompere l’udienza. La grave crisi nervosa della donna fu curata sul posto con la somministrazione di una flebo. Poi la situazione migliorò e la signora fu accompagnata in ospedale per le successive cure. Ora la donna (assistita legalmente dall’avvocato David Biasetti) ha appreso con gioia che la sua bambina rimarrà con lei. Il tribunale collegiale ha infatti deciso di respingere il terzo tentativo messo in atto dall’ex marito per ottenere l’affidamento prevalente della bambina. I giudici hanno ritenuto opportuno, nell’interesse esclusivo della stessa piccola, che la madre continui ad essere il punto di riferimento primario della figlioletta. L’ex marito è stato anche condannato al pagamento di tutte le spese di giudizio.

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