La Caritas: 18 mila bambini sono a rischio povertà

Domenica parte la campagna in tutte le parrocchie per raccogliere fondi Nel 2014 sono state aiutate oltre 1.300 persone, di cui novecento minori



BOLZANO. Oltre 18 mila bambini sotto i 15 anni, secondo uno studio dell’Astat, sono a rischio povertà in Alto Adige, in quanto vivono in famiglie con redditi molto bassi. Parte da questa cifra la campagna di aiuto, lanciata ieri dalla Caritas, con lo slogan “La povertà è più vicina di quanto credi”, con un’attenzione specifica ai bambini. La Domenica della carità con relativa raccolta di fondi si terrà domenica 15 novembre in tutte le parrocchie altoatesine.

«La povertà dei più piccoli - ha spiegato il direttore Franz Kripp - non si avverte immediatamente. Sappiamo però che li rende più deboli, li isola perché si vergognano per non potersi permettere le stesse cose dei coetanei, li priva di fatto del futuro».

Prima causa della povertà è la perdita del lavoro dei genitori, alla quale si aggiungono le separazioni e le malattie. «Tutte cose - ha spiegato Petra Priller, collaboratrice della Caritas presso il servizio Consulenza debitori - che possono abbattersi dall’oggi al domani su qualsiasi famiglia. Nel 2014, tanto per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, abbiamo sostenuto 1.300 persone e aiutato circa 900 bambini. Le famiglie che hanno problemi economici fanno sforzi enormi ogni giorno: devono annotare tutte le uscite, anche le più piccole, programmare ogni spesa, rinunciare praticamente a tutto ciò che non sia strettamente indispensabile. Vivono nell’angoscia di perdere l’appartamento o vedersi staccare la luce, perché non riescono a pagare le bollette».

Il numero di chi è in difficoltà è in aumento o più o meno costante? «Quando ho cominciato a lavorare per il servizio Consulenza debitori - spiega ancora Priller - eravamo in due e seguivamo 250 persone, oggi siamo in sette e ne seguiamo 1.300. La richiesta sarebbe superiore se avessimo più personale». Anche i gruppi delle Caritas parrocchiali cercano di dare una risposta alle situazioni più difficili: «Per evitare - ha detto Francesca Boccotti - che i bambini poveri soffrano, perché vedono i genitori in difficoltà. Purtroppo, chi vive certe situazioni fa fatica a uscire dal circolo vizioso con le proprie forze. Per questo in alcune parrocchie si organizzano dei doposcuola e vengono messi a disposizione anche aiuti economici». Tra i servizi offerti le vacanze al mare, due settimane a Caorle o Cesenatico: «Negli ultimi anni - ha detto Klaus Metz, responsabile delle strutture per le ferie - è aumentato il numero delle famiglie in difficoltà che si sono rivolte a noi, per far sì che almeno i figli possano andare qualche giorno in vacanza».













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