L'INTERVISTA luigi gallo sinistra unita 

«La città è sicura quando garantisce dignità a tutti» 

Centrosinistra. L’ex assessore in lista dopo la pausa di quattro anni «La destra ha rubato questo tema e lo stravolge: non è solo una questione di ordine pubblico, così non risolvi i problemi»



Bolzano. Sicurezza. per restare in argomento, luigi gallo parla di furti e dice «la destra ha scippato questo tema, che riguarda tutti. e lo ha stravolto». L’ex assessore si candida con la lista «Sinistra unita» nella coalizione che appoggia Renzo Caramaschi.

Quando le dicono «sicurezza», a cosa pensa?

Io penso «sicurezza sociale». Sarò banale, ma per noi di sinistra, è questo.

In sintesi?

Chi vive su un territorio deve poterlo fare in modo dignitoso: lavoro, casa, servizi funzionanti. La sicurezza non è ordine pubblico. Anzi, l’ordine pubblico è una parte, ma non il tutto. Questa è la responsabilità più grave della destra: cavalca il tema, ma lo riduce a un pezzo. Perché ci sia la sicurezza, in una città devono esserci condizioni di vita dignitosa per tutti.

Non è una utopia?

Si fa politica per migliorare le cose. Devi porti un obiettivo.

Intanto non è diritto di tutti girare in città senza avere paura?

Nessuno vuole avere paura. Non nego assolutamente il bisogno di sicurezza dei cittadini. Una città è più sicura quanto più i suoi cittadini possono vivervi dignitosamente. A nessuno piace dormire sotto un ponte e a nessuno piace che vi siano persone che dormono per strada. Bolzano ha alcune situazioni di disagio? Sì. Destra e sinistra hanno due ricette diverse e secondo me la destra non è così interessata a “curare” un problema che usa per raccogliere voti.

Bolzano è una città molto, mediamente o poco sicura?

Mi fiderei delle forze dell’ordine, che lavorano bene e che nelle relazioni non definiscono mai Bolzano una città con seri problemi di sicurezza. Proprio perché i problemi non sono gravi, è possibile risolverli.

Se non è solo una questione di ordine pubblico, quali sono le vostre proposte?

Rafforzare i servizi sociali. Che non significa solo una Assb più forte. Deve essere più marcato il suo presidio territoriale, questa è la chiave. I distretti sociali sono antenne imprescindibili.

Quando era assessore del sindaco Spagnolli lei si schierò contro le telecamere. Caramaschi ne ha installate decine e intende aumentarle.

Non farò una battaglia per smontare le telecamere. Resto dell’idea che siano un palliativo e che le politiche sociali diano risultati migliori.

Nella sinistra non tutti erano d’accordo su Caramaschi. Cosa gli avete chiesto per sostenerlo?

Cerchiamo di dare forza a questa sensibilità sociale.

Il centrodestra si presenta unito, con un candidato «civico». Questa volta può vincere?

Da Benussi in poi a Bolzano c’è sempre il rischio che la destra vinca. Proprio per questo la nostra coalizione deve presentarsi con un profilo molto chiaro. È giusto rivendicare quanto è stato fatto, proponendo però miglioramenti. Sapendo di essere piccoli, cerchiamo di essere un pungolo.

Da molti anni destra e Lega prendono più voti della sinistra nei quartieri popolari. Cosa pensa delle periferie di Bolzano?

La mia casa è a Don Bosco e ne sono contento. Mediamente ci si vive bene, rispetto ad altre periferie, come riconosce chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale. Ma nei quartieri nuovi, partiti senza servizi, vanno rafforzati tutti i progetti di comunità, pubblici o spontanei. Quello è il segreto. Se pensiamo al mito di Don Bosco, è perché c’era una comunità. Non mancavano certo i problemi, ma di “quel” quartiere ancora si parla. FR.G.

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