La coop non paga l’affitto e restituisce la casa a pezzi

L’alloggio era destinato a persone svantaggiate, danni per 120 mila euro Il proprietario ha 80 anni: «Appartamento devastato, era la mia pensione»


di Alan Conti


BOLZANO. «Era la mia pensione, ho 80 anni e non tante proprietà. Purtroppo è tutto distrutto». E' sconfortato Silvio Cestarollo nell'aprirci il suo alloggio al civico 19 di Corso Italia a due passi dalla sede dell'Aci. Un appartamento con tre stanze grandi, cucina, servizi e molta luce: un piccolo gioiello. Peccato che il parquet sia, in molti spunti, spaccato e sollevato, gli infissi interni ed esterni sbeccati con le schegge di legno a vista, la tapparella piegata e rotta mentre gran parte dei muri è segnata, sporcata o bucata.

Come si sia arrivati a questa desolazione lo spiega lo stesso Cestarollo. «Abbiamo affittato questo appartamento alla cooperativa Casa Haus rappresentata dal presidente Maurizio Rocco Moretti che si pone come obiettivo quello di fornire alloggi alle persone svantaggiate. Hanno assegnato questa unità abitativa a una famiglia di cittadini stranieri ma per 15 mesi hanno smesso di versare la rata. Oltre a questo non hanno avuto la minima cura di questo appartamento, come è evidente a chiunque venga a guardarlo».

Casa Haus fa parte della galassia di Legacoop e fu protagonista nel marzo 2014 della dismissione di alcuni alloggi in via Pfannenstiel ai Piani per il mancato pagamento di una robusta fetta di finanziamenti da parte di Assb. Un inquilino lamentò di aver avuto solo una settimana per organizzarsi inscenando una protesta in strada con tutti i mobili. Momento complicati per un appartamento, in quel caso, costava 650 euro al mese.

Nella vicenda di corso Italia, invece, la cooperativa di solidarietà ha regolarmente stipulato un contratto di locazione con Evelina Fabris (la proprietaria effettiva della casa) per l'alloggio di 110 metri quadri. Il termine di partenza dell’accordo era il primo luglio 2007 per una durata di quattro anni con il rinnovo di altri quattro secondo una formula piuttosto diffusa in questo settore. Il contratto di locazione è scaduto, quindi, nel 2015. Il canone annuo pattuito era di 14.400 euro spalmati in 12 rate da 1.200 euro con l'aggiunta di 75 euro di spese condominiali come anticipo (fatto salvo il conguaglio a favore dell’inquilino a fine anno).

«Bene, quei soldi non li ho più visti da 15 mesi. Si tratta di 18.000 euro di canone e 1.125 euro di spese condominiali. Purtroppo non è questa la preoccupazione peggiore». Quale sarebbe? «I danni. Qui per affittare nuovamente questa casa è necessaria una ristrutturazione importante. Ho chiesto un preventivo a una ditta e mi hanno presentato un conto da 1.000 euro a metro quadrato per un totale di 100.000 euro. In totale, quindi, parliamo di 119.125 euro. Non sono pochi. La cosa che mi amareggia ancora di più è che la famiglia che ha devastato casa mia adesso ha avuto diritto a un appartamento dell'Ipes. Così sarà tutta la comunità a pagare la sua maleducazione».

Impossibile, ieri, raggiungere il presidente della cooperativa Maurizio Rocco Moretti per capire cosa possa aver portato al presunto mancato pagamento delle rate.

Cestarollo, comunque, si è rivolto a un tribunale per vedere riconosciute le sue ragioni. Chiederà il pagamento delle rette spettanti e, secondo il proprietario, mancate da parte della cooperativa da più di un anno. Nel frattempo la sua pensione sfuma.

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