La coop «Safety Road» lancia il trattore elettrico

Fazzi: «Si può semplicemente sostituire il motore di un mezzo tradizionale» L’autonomia è di parecchie ore: superati i primi test alla «Manincor» di Caldaro


di Ezio Danieli


CALDARO/VADENA. L'hanno notato, i più, durante la manifestazione «Eco Dolomites» sulle strade del passi. È un trattore, vecchio, che viaggia in maniera silenziosa. Il segreto? Il motore è diventato elettrico. Quindi tutela l'ambiente e consente ai contadini di risparmiare parecchio. È un esempio, tangibile, del lavoro che viene svolto da alcuni anni, con crescente successo, dalla cooperativa «Safety Road Academy» che punta a fare un progetto denominato Eco-res. Alla base di tutto, oltre al lavoro e all'impegno, c'è un'idea di fondo che spiega Enrico Fazzi, presidente della cooperativa. «Puntiamo alla trasformazione dei vecchi mezzi di lavoro: trattori, macchinari vari, mezzi agricoli che vengono abbandonati. Abbiamo iniziato con una Fiat 500 ed ora siamo pronti con il trattore. Ha 52 anni ed è fortemente inquinante. Lo abbiamo modificato con il motore a trazione elettrica. Con risultati stupefacenti».

Il problema, di fondo, è che ogni contadino o produttore di vini deve operare con mezzi che non sono proprio in sintonia con gli avvallamenti e con percorsi, spesso stretti e coperti. I trattori, con il motore a scoppio sono fortemente inquinanti. E il gasolio costa. Pensiamo al loro utilizzo nel deserto: trovarli, usati, non è difficile. Ma c'è poi il bisogno di reperire il carburante. E già questo è un problema, grosso. Nella nostra provincia il trattore usato viene accantonato, spesso scambiato con quello nuovo. «Noi siamo pronti con il kit che sostituisce il motore tradizionale. Con metà della spesa, rispetto all'acquisto di un trattore nuovo, il contadino può sistemare il kit e continuare per anni -dice Fazzi - a lavorare nei campi inquinando di meno, evitando di respirare veleni prodotti dal motore a scoppio». Il trattore elettrico è pericoloso? «Meno di quello tradizionale perché ha il pianale ribassato e quindi garantisce maggiore stabilità anche su terreni in forte pendenza».

La velocità? «Abbiamo dovuto graduarla perché la trazione elettrica è più veloce: adesso è tale da non creare problemi». Le ricariche del motore elettrico? «Siamo in contatto con alcuni produttori - dice il figlio di Fazzi, Luca - per trovare un’intesa per le colonnine. Ma la ricarica delle batterie al litio può essere fatta anche attaccando la corrente a quella di casa». Sull'autonomia del motore elettrico, Enrico Fazzi ha una sua idea di fondo: «Il trattore può funzionare per ore. Ma chi l'ha detto che un contadino deve lavorare per 12 ore consecutivamente. Il motore elettrico può essere il pretesto per fermarsi un po' durante il giorno, procedere con la carica e godersi una mezz'ora di tranquillità». Il problema, che la coop intende anche perseguire, è la cultura verso i mezzi di lavoro: «Vorremmo aprire dei centri di consulenza in diverse zone della nostra regione ed anche all'estero dove c'è grande sensibilità verso i motori elettrici». Una curiosità: l'immatricolazione, una volta cambiato il motore, che tempi richiede? «Massimo tre settimane ed il mezzo». La coop, che opera presso la Rettifica Alto Adige, ha messo a disposizione il trattore elettrico presso la cantina Manincor di Caldaro. «I risultati sono stati più che positivi con l'ammiraziome anche dei turisti che si sono fermati a fotografare il mezzo agricolo all'opera. Il kit lo abbiamo spostato da una moto Enduro in poco tempo».

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