La denuncia: 30 sul treno senza biglietto

I ferrovieri: «Romeni e nigeriani non pagano e non scendono, capitreno lasciati soli». La Polfer presidia i convogli a rischio



BOLZANO. «Se fino a tre-quattro anni fa c'era qualche caso sporadico, adesso sono quotidiani e il capotreno si trova da solo a fronteggiare anche 20-30 viaggiatori, soprattutto romeni e africani, che sono senza biglietto, si rifiutano di fornire le generalità e di scendere. Lavorare in queste condizioni è frustrante e pericoloso». Christian Tschigg, segretario regionale della Fit/Cisl, si fa interprete dell'esasperazione dei ferrovieri chiamati a gestire situazioni complicate col rischio di essere accusati di razzismo: «La cosa assurda è che ci troviamo addirittura nella condizione di doverci giustificare di fronte a persone che stanno palesemente violando la legge e causando un notevole danno alle Ferrovie».

Uno degli ultimi episodi risale a pochi giorni fa, quando i passeggeri dell’Intercity, in partenza da Bolzano alle 21.10 e diretto a Roma, hanno trovato i posti, per i quali avevano effettuato la prenotazione e pagato il biglietto, occupati abusivamente da un gruppo di nordafricani che si sono rifiutati di scendere. Sono dovuti intervenire gli agenti della polizia ferroviaria, coordinati da Vincenzo Tommaseo. Ma non è stato facile convincere gli “abusivi” a scendere.

I treni sui quali il fenomeno è più accentuato sono i regionali tra Bolzano e Verona, in particolare tra le 9 e le 9.30 del mattino, quando gruppi di extracomunitari arrivano a Bolzano e tra le 12.30 e le 14 quando se ne vanno.

Il dirigente della polizia ferroviaria conferma: «Il fenomeno esiste e in qualche misura riguarda anche gli italiani che salgono senza biglietto, non rendendosi conto delle conseguenze. Capita spesso che non tenendo conto del fatto che il capotreno è un pubblico ufficiale, si rifiutano di fornire le generalità e i documenti. Questo fa scattare la denuncia».

Per dar man forte al capotreno e una sensazione di maggior sicurezza ai passeggeri, la Polfer, su richiesta delle Ferrovie, fa servizio di vigilanza sui treni ritenuti critici.

Ma Tschigg chiede alle Ferrovie di creare anche delle squadre “volanti” fatte da personale ferroviario, per non lasciare solo il capotreno che in molti casi è una donna. Si chiede anche di intensificare i controlli in stazione, per evitare che chi è senza biglietto salga.

Sono in corso inoltre contatti con studi legali per vedere se è possibile dotare il personale di spray al peperoncino per difendersi in caso di aggressioni. Le Ferrovie hanno fatto dei corsi antiaggressione, ma vengono ritenuti insufficienti. «Una lezione sola non basta, se non a capire che in caso di aggressione puoi soltanto scappare».(a.m)













Altre notizie

Attualità