La famiglia D’Onofrio lascia la gestione dell’Hotel Città 

L’albergo di piazza Walther. Rigettata dal Comune la richiesta di proseguire per due anni Il sindaco: «Non era materialmente possibile». A giugno il bando per la ricerca dei nuovi gestori 


Paolo Campostrini


Bolzano. Hotel Città adieu. È chiuso dai giorni caldi del coronavirus e delle prime ordinanze: ma lo sarà a lungo. Perché la notizia è che la famiglia D'Onofrio, che lo guidava da tempo immemorabile, si è sganciata: «Ci occuperemo d'ora in avanti solo della nostra nuova struttura alberghiera in via Cappuccini». Che è stata da poco acquisita e che è in fase di riqualificazione architettonica. Questa decisione si innesta in un frangente molto complesso rispetto al futuro dell'albergo di piazza Walther. E per una serie di ragioni. La prima è che non è stato ancora emesso il bando per la nuova gestione. Quella in corso termina infatti a fine anno, da contratto; e se non si fosse sovrapposta l'emergenza sanitaria, il bando sarebbe già stato predisposto. «Lo sarà a giugno» promettono invece in Comune. L'altro elemento che si è intersecato nella già complicata vicenda Città, riguarda una richiesta della stessa famiglia D'Onofrio, la quale aveva proposto al municipio, che detiene la proprietà dell'hotel, una proroga dell'attuale gestione. «Gliela abbiamo concessa - replica il sindaco - in particolare della durata di un anno. Ma pare che i richiedenti la desiderassero per due. E questo non era materialmente possibile. E non per cattiva volontà ma ex lege...». In sostanza: per poter decidere di restare o meno alla guida dell'hotel o, comunque, partecipare alla gara per la sua futura gestione, i D'Onofrio avrebbero desiderato una proroga prolungata della concessione o, comunque, di poter conoscere con un buon anticipo le cornici amministrative e progettuali della stessa. «Immaginiamo che il coronavirus abbia creato problemi un po' a tutti» ammettono a loro volta i gestori. I quali, vista la situazione di emergenza sanitaria che non chiarisce neppure gli scenari generali della ricettività alberghiera nazionale e la presumibile difficoltà di partecipare ad un bando che in ogni caso cambierà i parametri della gestione (riqualificazione della struttura già decisa, aumento del canone ecc.) hanno evidentemente ritenuto di mollare la presa sullo storico albergo. «Consideriamo comunque - aggiunge a sua volta Caramaschi - che gli attuali gestori avrebbero in ogni caso avuto la prelazione rispetto a eventuali altri concorrenti».

La ristrutturazione e il rilancio

E ora? In Comune, virus o no, hanno ormai concluso il disegno del bando di assegnazione. Si prevede che l'hotel sia innalzato di un piano e che il canone venga ritoccato al rialzo anche per via dei tanti anni che sono trascorsi dalla precedente assegnazione. Ma anche rispetto allo sganciamento della famiglia D'Onofrio è probabile che non si aspetterà la fine anno e l'inizio del prossimo per la riattivazione. «Stiamo immaginando una soluzione transitoria almeno fino a quando non sarà trascorso il periodo di interregno dovuto allo svolgimento del bando. Il quale - dice il sindaco - ha la necessità di alcuni mesi di condivisione a favore dei nuovi candidati per andare in porto...».

Il gioiello di famiglia

Il Città è un autentico patrimonio di Bolzano. Il Comune lo percepisce come fonte di reddito rispetto alle pubbliche finanze ma anche come vetrina della città stessa, posto com'è al centro della piazza principale. Proprio per questo, il municipio ha approfittato del rinnovo della gestione per predisporre modifiche strutturali molto evidenti, come l'aumento della capienza, l'innalzamento del tetto, la riqualificazione interna degli arredi, i collegamenti con i parcheggi sotterranei e il dehor esterno. Certo, l'addio dei D'Onofrio, che in tutti questi anni avevano molto puntato sulla qualità dell'offerta, l'internazionalizzazione dell'accoglienza, l'organizzazione di eventi straordinari (come Walzerplatz), concerti e iniziative (come il collegamento col negozio Sacher), segna uno stacco storico evidente. Sembra finire un'epoca, insomma. Mentre il Comune si aspetta che i candidati alla nuova gestione siano molti e ben disposti al rilancio del nuovo “Città”.













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