UNA FOTO, UNA STORIA

La lotta al Covid finisce anche tra i mattoncini dei Lego. Grazie alla fantasia di Matteo

Il bambino bolzanino, 8 anni, ha realizzato una realistica postazione per lo screening


di Luca Marognoli


BOLZANO. Le persone in fila ordinata, adeguatamente distanziate. Un furgone attrezzato dell’ambulanza. E un’anziana signora seduta nel locale riservato ai tamponi, circondata da operatori sanitari al lavoro.

Tutto molto simile alla realtà. Come d’altronde è la caratteristica di una città fatta con i Lego. 
E’ Matteo, 8 anni, bolzanino, l’autore della postazione per lo screening Covid che vedete in questa immagine. Un’immagine che mostra come i bambini siano veloci nell’intercettare i cambiamenti nella realtà in cui (volenti o nolenti) ci troviamo a vivere. Portandoli anche nel loro universo di gioco.

Lo screening di massa che ha coinvolto anche i bolzanini ha dato a Matteo la giusta suggestione. Per riprodurre il nostro mondo in quello più piccolo, talora immaginifico ma molto spesso così realistico, dei mattoncini più famosi al mondo. Come sarebbe bello che il virus, microscopico ma in grado di mettere sotto scacco il globo intero, se ne restasse chiuso lì, fra quel mondo di mattoncini di plastica. Dove tutto è verosimile, ma non vero, “relegato” nella fantasia.

E se il Lego - che pur di magie ne fa tante ogni giorno tra i bimbi (e non solo) di questo pianeta scosso dalla pandemia – non riuscirà nell’incantesimo, ci può regalare però una speranza: che fra poco tempo Matteo guardi la sua città di mattoncini e smonti la postazione. Perché non ce n’è più bisogno. E si può cambiare gioco.













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