«La nostra azienda ignora le misure anti Covid» 

Denuncia dei lavoratori. Il titolare di una ditta edile rifiuta di applicare i protocolli anti contagio e deride i dipendenti che indossano le mascherine. «Abbiamo paura per noi e per i nostri cari»


paolo tagliente


Bolzano. Settimane rinchiusi in casa, migliaia di morti, molti dei quali anche tra medici e infermieri, reparti di terapia intensiva strapieni e la tenuta del sistema sanitario messa a dura prova. Poi, il lento, lentissimo ritorno verso la normalità, tenendo sempre ben presente un concetto, che in questi giorni viene ripetuto fino alla nausea: non bisogna abbassare la guardia. Sì, perché non indossare la mascherina, non usare i guanti o non disinfettarsi le mani di frequente, non mantenere le distanze dalle altre persone significa vanificare tutti gli sforzi fatti nelle scorse settimane.

Eppure c’è ancora qualcuno impermeabile a questo mantra. A rivelarlo è il dipendente di un’impresa edile altoatesina, un’impresa di dimensioni rispettabili, con decine di dipendenti, all’interno della quale non viene preso alcun tipo di precauzione. «L’azienda – spiega – ha ordinato delle mascherine, ma sono subito finite in un armadio, senza essere distribuite ai dipendenti. Chi se le porta da casa e le indossa, viene preso in giro e deriso dal titolare, convinto che i dispositivi di protezione siano stupidaggini inutili. Negli uffici non ci sono gel igienizzanti, nessuno usa i guanti e, spesso, operai e tecnici si trovano gomito a gomito, ovviamente senza mascherine. A nessuno viene controllata la temperatura. Il proprietario – sottolinea il dipendente – ci considera come una grande famiglia, all’interno della quale i contagi non sono possibili. Ma non è affatto così. Siamo parecchi e ognuno di noi ha una propria vita, mogli, mariti, figli, amici. I contatti sono tanti, insomma. Senza contare che all’interno dell’azienda c’è un viavai di clienti, fornitori e dipendenti di altre ditte. Il numero delle persone potenzialmente a rischio contagio è davvero altissimo».

Naturale chiedersi se, fino ad ora, nessuno dei dipendenti abbia cercato di “sensibilizzare” il titolare. «Qualcuno ci ha provato – continua l’uomo – ma è stato inutile. A nessuno di noi conviene insistere o andare allo scontro, però, perché a tutti interessa mantenere il posto di lavoro». Ma le segnalazioni, le richieste di interventi e di controlli ci sono state. «Abbiamo informato della situazione ben due sindacati – prosegue il racconto – e anche le forze dell’ordine, ma nulla è accaduto. Nessuno è venuto. E così, noi continuiamo a venire a lavorare con la paura, portandoci da casa gel e mascherine. Ma temendo di andare incontro alla sprezzante ironia del titolare». Una situazione incredibile, insomma, una realtà da cui il titolare sembra voler lasciar fuori la pandemia, semplicemente fingendo che non esista.

«Sono certo – conclude il dipendente – che la stragrande maggioranza delle aziende altoatesina è rispettosa delle direttive anti contagio, ma so anche che ne basta anche una come quella in cui lavoro io per rischiare di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad ora. Oltre ad essere anche uno schiaffo, un insulto a tutti i sanitari». Un grido d’aiuto, quindi, lanciato da chi vuole poter lavorare in sicurezza. «Qualcuno intervenga. E lo faccia in fretta. Ma non vorrei sanzioni per il mio titolare e per chi, come lui, ignora o sottovaluta questa tragedia. No, vorrei che svolgessero servizi sociali per una decina di giorni in una casa di riposo o in un reparto covid».













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