La stagione bianca è (quasi) da record

Lazzari (Dolomiti Superki): superati i 151 milioni di passaggi L’incremento è del 5%, ma siamo ancora dietro al 2011


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Se non siamo arrivati al nuovo record di passaggi poco ci manca. Sandro Lazzari, presidente di Dolomiti Superski, sorride soddisfatto per i risultati ottenuti sulle piste di tutto il comprensorio sciistico in un inverno nel quale ci sono stati solamente cinque giorni di freddo intenso - tra novembre e dicembre - per sparare la neve. Ormai è una questione di tecnologia e chi è anche all'avanguardia nella produzione di neve artificiale sa bene che otterrà risultati migliori dei concorrenti. I passaggi della stagione invernale 2015-2016 sono stati complessivamente 151 milioni con un significativo più 5 per cento rispetto allo scorso anno, ma il record da battere è ancora quello della stagione 2010-2011 con 156 milioni. Le zone che sono andate meglio sono quelle che hanno investito di più anche nei nuovi collegamenti, sia in Alto Adige (zona Plan de Corones) che in Trentino (val di Fassa). Molto bene anche i comprensori lungo il Sellaronda che restano il fiore all'occhiello dell’offerta regionale.

Presidente Lazzari, come è andata la stagione che si chiuderà ufficialmente il 10 aprile?

«Quest'anno chiudiamo davvero bene. Grazie alla neve programmata siamo riusciti a superare quota 151 milioni di passaggi, con un netto incremento rispetto allo scorso anno. E si tratta di due stagioni assolutamente comparabili. Lo scorso anno era saltato Sant'Ambrogio per mancanza di neve, mentre quest'anno grazie alle temperature fredde di fine novembre siamo riusciti ad azionare i cannoni nel momento giusto».

Già, perché di neve vera se n'è vista davvero poca...

«In molte zone abbiamo dovuto aspettare addirittura la fine di gennaio. Diciamo che ci siamo organizzati bene».

Che percentuale di impianti del Dolomiti Superski è coperta dai cannoni?

«Ormai siamo nell'ordine del 90 per cento, ma anche qualcosa in più. E continueremo a crescere. Abbiamo in cantiere un piano di investimenti in diverse zone».

Gli ambientalisti si lamentano per il presunto spreco di energia legato all'uso massiccio della neve programmata. È vero?

«Assolutamente no. Ma non si dice mai che siamo noi a tenere in piedi la filiera: dietro ai cannoni ci sono migliaia di posti di lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione. I cannoni attuali, rispetto a quelli di un tempo, consumano un quinto dell’energia. Anche in questo campo sono stati fatti passi avanti da gigante».

Lei si è lamentato invece delle autorizzazioni troppo rigide per pompare l'acqua dai bacini artificiali. È ancora così?

«Dipende dalle zone. In alcuni casi l'iter per avere i permessi e le autorizzazioni è rapidissimo, qualche giorno al massimo, mentre in altre zone abbiamo aspettato anche anni. Chiedo più comprensione e flessibilità quando c'è acqua disponibile. Di sicuro non la sprecheremo: siamo i primi ad avere a cuore l'ambiente».

Quanti cannoni ci sono nella zona del Dolomiti Superski?

«Il totale non lo so. In val Gardena, dove risiedo, siamo ad 800 circa».

Quali zone sono andate meglio quest'anno?

«Abbiamo registrato picchi importanti in Pusteria, Gardena ma anche in val di Fassa grazie al collegamento Alba Col dei Rossi».

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