La stazione che controlla l’Isarco

È entrato in funzione l’impianto che misura i livelli del fiume per prevenire i danni delle piene


di Fabio De Villa


BRESSANONE. E' ufficialmente entrata in funzione la prima stazione idrometrica della città sul fiume Isarco, situata nelle vicinanze del parco del Lido. La stazione corona un importante progetto, il cui costo ammonta a 230 mila euro e che si è protratto per diversi mesi e con il sacrificio di gran parte di alberi che fiancheggiavano entrambe e rive del fiume. Tutto nel nome della sicurezza e tutto in giornate in cui il maltempo ha ripreso ad agitare paure legate anche all’ingrossamento di fiumi e torrenti.

Per consentire la costruzione della nuova stazione idrometrica, per tutta l'estate era stata chiusa la strada sul terrapieno lungo la riva orografica destra sopra il ponte pedo-ciclabile nelle vicinanze del Lido. Per un breve periodo, inoltre, è stata chiusa anche la riva orografica sinistra, tutto questo per permettere di lavorare su entrambe le rive del fiume , per portare i mezzi pesanti e proseguire i lavori di scavo e messa in sicurezza. Durante l'esecuzione dei lavori, i pedoni e i ciclisti hanno dovuto cambiare le loro abitudini e hanno utilizzato parte della pista ciclabile al di sotto della zona adibita alla costruzione.

Se da una parte la nuova stazione garantirà un margine maggiore per la sicurezza, dall’altro lato qualcuno fa pesare il sacrificio di gran parte degli alberi presenti su quel tratto di fiume. Per la realizzazione della nuova centrale, infatti, sono stati sacrificati circa trenta alberi che coloravano le sponde, caratterizzavano il paesaggio e offrivano una gradita ombra per le passeggiate estive.

Lavori necessari per la costruzione del nuovo sistema che da oggi è un valido aiuto per l'attività di salvaguardia del territorio contro i pericoli legati alle piene dei fiumi. La centrale ha il compito di monitorare i livelli del fiume Isarco, consentendo di fare previsioni sull'andamento degli eventi di piena e di allertare di conseguenza gli organi di protezione civile per gli interventi più opportuni.

Bressanone, del resto, è da tempo una zona “delicata” dal punto di vista di inondazioni e piene, in particolare in questi ultimi anni quando la gravità delle perturbazioni si aggrava sempre più. Il passato ci ricorda che le inondazioni non sono peraltro cosa nuova per i cittadini della città vescovile che vivono nelle zone rosse, ovvero quelle più a rischio. Negli ultimi 30 anni, però, le cose sono peggiorate e la tecnologia e il rinforzo degli argini hanno dovuto garantire livelli di sicurezza molto alti. A fine 2013 è stato presentato un rapporto completo sugli incontri e sui risultati in tema sicurezza delle piene. Molto spazio è stato dato al concorso di idee che comprende la realizzazione di opere anti piena, il ripristino ecologico della situazione idrica e la predisposizione di aree ricreative fluviali lungo Isarco e Rienza. Per l'occasione sono state messe a confronto diverse zone che in passato sono state interessate da alluvioni che hanno causato ingenti danni.

Ora, la centrale idrometrica è solo l'ultimo dei sistemi di sicurezza anti piena adottati in città.

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