La “strage” delle prime superiori

Nel bilancio di Tommasini e Kasslatter Mur la sorpresa: solo il 50 per cento delle matricole sono state promosse


di Martina Capovin


BOLZANO. Sempre maggiore il numero di iscritti, sempre più alto il numero dei promossi. Una scuola in salute quella altoatesina, intorno alla quale però le polemiche non accennano a diminuire. Il famigerato tema della settimana corta ha ormai portato su strade diametralmente opposte i due assessori Christian Tommasini e Sabina Kasslatter Mur, in particolare dopo il voto in consiglio provinciale di giovedì sera. Durante la conferenza stampa di fine anno scolastico svoltasi ieri mattina, il vicepresidente della giunta provinciale ha ribadito: «Non abbiamo votato “no” perché ci andava di farlo. Il PD è totalmente contrario al disegno di legge proposto dai consiglieri dell’Svp, e l’ha dimostrato apertamente. Le modifiche proposte non ripristinano l’autonomia delle scuole ed anzi, riducono ulteriormente il loro margine di manovra».

Il Pd, aggiunge Tommasini, non è contrario alla settimana corta, ma «non si può evitare di riconoscere il pluralismo esistente sul nostro territorio. E non si parla solo di gruppi linguistici diversi, ma anche di territori urbani e montani, con esigenze, ovviamente differenti. Nell’ambito del percorso che va verso la “Voll-autonomie” bisogna riconoscere queste esigenze specifiche. So che la maggioranza delle scuole sceglierà di optare per la settimana da cinque giorni, ma ci sono realtà che in certi contesti e con certe motivazioni vogliono continuare a seguire il calendario attualmente vigente ed è giusto che abbiano la possibilità di farlo». L’assessore Tommasini non ha però voluto concentrarsi esclusivamente sul tema della settimana corta, ribadendo come i dati presentati nella conferenza stampa di fine anno siano la fotografia di una scuola in piena salute, in crescita e che sta cominciando a raccogliere i frutti di una riforma scolastica ormai collaudata. «Tutti gli ordini scolastici sono cresciuti positivamente grazie alla riforma della scuola secondaria di II grado, ora bisogna fare tesoro dei risultati ottenuti e porsi nuovi obiettivi, ancora più ambiziosi».

Per l’assessore sono due i punti cardine sui quali bisognerà lavorare nel prossimo futuro: un plurilinguismo ancora più strutturato e sviluppato, ed una sempre crescente sinergia tra scuola e lavoro. Anche per la sovrintendente scolastica, Nicoletta Minnei, i dati presentati non possono che rendere orgogliosi istituzioni ed addetti ai lavori. Unico neo, i risultati dei ragazzi del primo anno di liceo: «Gli studenti promossi in prima superiore sono solo il 50,%. Per il 28,% di loro il giudizio è sospeso, il restante 21% è stato bocciato. Sono grandi numeri che ci fanno pensare che qualcosa nell’orientamento dei ragazzi forse non funziona».

Anche l’assessore Kasslatter Mur sostiene che il problema della scelta della scuola per i giovani non è da sottovalutare come spesso invece accade: «I ragazzi vengono spinti da motivazioni a volte futili. Spesso seguono gli amici, mentre a volte s’impone il volere dei genitori. Quella sulla scuola superiore è una scelta fondamentale che influenzerà il loro futuro. Deve essere quindi ponderata a lungo ed in autonomia».

A saltare all’occhio tra i numerosi dati presentati, sicuramente i risultati degli esami di maturità 2012: maggiore il numero dei promossi, ma con voti più bassi rispetto allo scorso anno. Un solo 100 e lode nelle scuole italiane, 22 i i punteggi di 100/100.

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