La variante sudafricana è in Alto Adige Confermati 6 casi, restrizioni in arrivo 

Il contagio corre. L’assessore Widmann: «Sono preoccupato vista la forte diffusione di questa mutazione in Tirolo con centinaia di casi» Il presidente: «Mi sto confrontando con gli altri governatori, le varianti sono già in 11 regioni». Ospedale e Pronto soccorso in forte difficoltà


Valeria Frangipane


Bolzano. «Ho sperato che non succedesse, ma col Tirolo che conta già centinaia di casi, non potevo pensare che ce la cavassimo». Parla così l’assessore alla sanità, Thomas Widmann, che annuncia i primi sei casi confermati di variante sudafricana in Alto Adige. La comunicazione del primo sospetto è avvenuta ieri nel corso del consiglio provinciale, gli ulteriori casi si sono aggiunti subito dopo. La conferma di tutti e sei, dal laboratorio di Zams, in Austria, è arrivata a sera. I casi sarebbero riferiti al Meranese. Il presidente Arno Kompatscher pensa a come muoversi: «Dobbiamo valutare se intervenire subito con nuove misure. Oggi discuteremo. Mi sto confrontando con gli altri governatori, la sudafricana è già in 11 regioni». Pierpaolo Sileri, viceministro uscente alla Salute, ritiene necessarie misure rigide per arginare la diffusione del virus nelle aree in cui vengono individuate le varianti. «Alcune mutazioni sono insignificanti - dice - altre purtroppo creano problemi. La sudafricana pone più problemi, perché sembrerebbe resistente ad alcuni vaccini». Ricordiamo la scarsa efficacia di AstraZeneca.

Vediamo come deciderà di muoversi oggi Kompatscher.

Assessorato ed Asl attendono intanto risultati di ulteriori campioni sospetti inviati ai laboratori specializzati di Italia ed Austria per verificare possibili nuove mutazioni di variante inglese. «Al momento i casi confermati restano 17 - dice Widmann - ma siamo in attesa di aggiornamenti. Ricordo che la variante inglese è già presente in Italia in quasi il 20% dei contagi in atto ed è prevedibile, dicono gli esperti, che nelle prossime settimane diventi dominante nello scenario italiano ed europeo».

Le varianti preoccupano l’Ue:

vaccini meno efficaci.

Le varianti preoccupano tutta Europa. Secondo l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, a causa delle varianti - al momento soprattutto inglese e sudafricana - il rischio associato a un'ulteriore diffusione del Covid nell’Ue attualmente è valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili. I paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, raccomanda l'Agenzia, poiché le varianti hanno "maggiore trasmissibilità" e potrebbero "determinare una maggiore gravità della malattia", e "i vaccini con licenza esistenti" potrebbero essere "solo parzialmente o in gran parte meno efficaci".

Ospedali sotto pressione

i medici: siamo in trincea.

Gli ospedali restano sotto pressione e basta leggere i numeri (pubblicati in alto) per capirlo.

In crisi il Pronto soccorso del San Maurizio.

Il problema - dicono i medici - oltre alla difficoltà di ricoverare i pazienti è gestire i letti del pre-triage dove sono ricoverati pazienti Covid. Letti in più, col personale che è sempre quello, oberato da turni ed ora costretto anche alla gestione dei posti. Per i medici tutti gli ospedali devono dare il loro contributo. Anche le cliniche private sono in affanno, Reinhold Perkmann - primario di Chirurgia vascolare e presidente Anpo - non ha dubbi: «Siamo in trincea, la situazione è molto grave e tesa. Un mese fa avevamo chiesto un incontro con i vertici Asl visto che le Chirurgie funzionano solo al 30%, ci è stato risposto che avrebbero trovato un rimedio. Avevamo chiesto di distribuire i pazienti Covid sul territorio per togliere pressione a Bolzano ma non è successo nulla. Al momento Neurologia non ha un reparto e non esiste la Riabilitazione ad esclusione di Vipiteno».

Il tutto con una Rianimazione al limite ed il personale infermieristico che non si trova.

64 positivi dopo il richiamo

su più di 20mila vaccinati.

In tutto l’Alto Adige al momento sono 64 le persone vaccinate con la seconda dose risultate positive al Covid. Così il direttore Asl Florian Zerzer ed il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli: «Sappiamo che il vaccino Pfizer BioNTech è efficace al 94% dopo la seconda dose». Questo anche secondo i risultati dello studio effettuato in Israele dal Clalit Institute for Research su 1,2 milioni di persone tra individui vaccinati e non. «Con lo 0.2% dei casi siamo ampiamente sotto la media». E sono alcune decine i casi di positività riscontrati sempre in Alto Adige dopo la prima dose. Così l’Azienda: «Nessuna sorpresa». Prosegue intanto il programma vaccinazioni: il Report Aifa parla di 48.085 dosi consegnate all’Alto Adige e 45.939 somministrate con una percentuale del 95% (media italiana dell’81%). In Trentino le dosi consegnate a tutt’oggi sono 37.220, le somministrate 30.739 (percentuale 82%).















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