Le accuse per i pesticidi «Battaglia di democrazia» 

L’assessore provinciale Schuler ha querelato per diffamazione. Ma il processo  è destinato a trasformarsi in una campagna in difesa dei diritti di critica e di opinione


Mario Bertoldi


Bolzano. La libertà di espressione in Alto Adige è sotto attacco. È la denuncia pubblica che i comitati di ambientalisti impegnati a limitare l’uso di pesticidi in agricoltura, hanno voluto ribadire ieri in una conferenza stampa organizzata a pochi giorni dalla prima udienza del processo avviato su querela (per diffamazione) depositata dall’assessore provinciale Arnold Schuler. Il braccio di ferro sul presunto eccessivo uso di pesticidi nei campi agricoli e nei meleti dell’Alto Adige ha generato una serie di procedimenti giudiziari sia in sede amministrativa (Tar e Consiglio di Stato) così come in sede civile (con la Corte d’appello che diede il via libera al referendum riconoscendo il diritto dei proponenti) che in sede contabile (con una richiesta risarcitoria avanzata nei confronti dell’allora sindaco di Malles Ulrich Veith). Ora però a preoccupare è il processo che dal 15 settembre vedrà davanti ai giudici Karl Bär (referente per l’agricoltura dell’istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera) e (in un procedimento autonomo) lo scrittore austriaco Alexander Schiebel, autore del libro «Das Wunder von Mals» ( “Il miracolo di Malles”) querelati come detto dall’assessore provinciale Arnold Schuler per diffamazione ai danni dell’agricoltura sudtirolese.

La Procura ha ritenuto fondata l’ipotesi accusatoria, a seguito di alcune frasi e di alcuni slogan-shock utilizzati a varie riprese per denunciare presunti gravi pericoli fatti correre alla popolazione altoatesina per permettere agli agricoltori di continuare a irrorare campi e piante con pesticidi (considerati molto nocivi), al fine di aumentare produzione e fatturati. Soldi e benessere in cambio della salute: questo in sostanza il messaggio lanciato anche all’estero ai danni dell’immagine di un Alto Adige pulito ed incontaminato. Ecco perchè l’assessore Schuler ha ritenuto necessario ricorrere alla magistratura lamentando azioni e posizioni palesemente diffamatorie nei confronti dell’agricoltura sudtirolese. Secondo i responsabili dell’”Umweltinstitut” di Monaco di Baviera le accuse sarebbero però infondate e costituiscono in realtà un attacco alla libertà di espressione che è alla base di ogni sistema democratico. Il processo che si apre la prossima settimana in tribunale a Bolzano è dunque destinato a trasformarsi in una difesa a spada tratta dei diritti di espressione e di critica con un’argomentazione di base: agli argomenti e alle opinioni (è stato ricordato ieri in conferenza stampa in collegamento web internazionale) si risponde con altri argomenti e altre opinioni non certo con l’intimidazione giudiziaria cercando di soffocare le voci critiche.

A difendere i due imputati sotto processo per diffamazione (in procedimenti autonomi) sarà l’avvocato Nicola Canestrini che ieri ha voluto ribadire la necessità di difendere il diritto di espressione e di critica. Ma con quali limiti? «Sono quelli individuati dalla Corte di Cassazione nella sentenza di fine anni 80 - ha ricordato il legale - Si possono criticare gli atti e i fatti ma la critica alla persona non deve colpire la persona stessa in quanto tale. Un esempio: dire che l’avvocato Canestrini è un pessimo avvocato è lecito, dire che l’avvocato Canestrini è un cornuto non lo è. La verità è che quando si tratta di difendere la libertà di espressione noi siamo tutti Charlie Hebdo, fin che non tocca a noi stessi». «Il problema di questo processo - ha concluso l’avvocato Canestrini - è che l’opinione pubblica sudtirolese reagisce ad una critica non cercando di controbattere e incorporare la critica stessa facendone un argomento di dibattito pubblico ma volendola semplicemente silenziare ed è questo il problema che questo processo provoca alla democrazia». La querela dell’assessore Arnold Schuler (assieme a circa 1300 agricoltori dell’alta val Venosta) ha colpito anche il direttivo dell’istituto per l’ambiente di Monaco e Jakob Radloff, editore del libro sotto accusa. Per questi due ultimi procedimenti la Procura di Bolzano ha chiesto l’archiviazione ma l’assessore Schuler ha esercitato opposizione. L’udienza è fissata per il 22 ottobre.













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