Le coop: subito i bandi per le aree edificabili a Bolzano

Grata: Comune fermo, la Provincia ora deve dare una forte accelerata


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Speravamo che la regia dell'operazione l'avesse il Comune, ma comunque va bene l'accelerata data dalla Provincia: noi siamo pronti a costruire alloggi per il ceto medio». Andrea Grata, direttore e presidente di Confcooperative, spera in un cambio di passo.
LA PARALISI. «Prendiamo atto - dice Grata - che sono passati sei mesi da quando abbiamo promosso il convegno sugli alloggi per il ceto medio e ancora non si è mosso nulla. Però, nel momento in cui la questione viene per così dire dichiarata di interesse provinciale, la gestione diventa più manageriale. In Comune, dove ci sono equilibri molto delicati, qualsiasi cosa assume una valenza politica e diventa tutto più macchinoso. Ciò che conta, comunque, è che partano i bandi per il reperimento di aree». Sulla stessa lunghezza d'onda Stefano Ruele (Legacoop): «Si parla sempre di ceto medio ma sarà bene che si faccia qualcosa anche per soddisfare la domanda che arriva dalle cooperative tradizionali. Solo noi abbiamo 300 domande. L'ultima assegnazione di aree risale al 2005, a Casanova». La prossima quando sarà? «Alla fine di quest'anno - promette l'assessore Chiara Pasquali - verrà approvato il piano di attuazione per le aree di via Druso (ex fiorerie) e i lavori potrebbero iniziare nel 2012». Caustico il giudizio di Sandro Repetto (Udc): «La verità è che la città è ferma. Il piano parcheggi non va avanti e per quanto riguarda l'edilizia abitativa non c'è un progetto complessivo. Si procede con la politica dei fazzoletti o più realisticamente dei campi da tennis dismessi. Tommasini, compagno di partito dell'assessore Pasquali, ha aspettato che dal Comune arrivasse qualche proposta concreta e alla fine ha deciso di procedere da solo. L'elenco di aree proposte per realizzare i 330 alloggi per il ceto medio richiederebbe tempi troppo lunghi. Non se lo può permettere la città e non se lo può permettere Tommasini che si è impegnato in prima persona».
LA CONCERTAZIONE. Ovviamente, sia Tommasini che Pasquali assicurano che tutto è stato perfettamente concertato tra Provincia e Comune. «Le aree individuate dal Comune - spiega l'assessore provinciale - vanno bene per dare una risposta alla domanda di alloggi popolari e in cooperativa, ma richiedono tempi più lunghi. Per questo, per accelerare i tempi, si è deciso che l'Ipes, entro settembre, uscirà con i bandi ai quali potranno partecipare sia coop che privati in grado di mettere a disposizione aree o alloggi». Quindi l'intera procedura urbanistica verrà seguita dalla Provincia: «La legge prevede che i tempi della variante urbanistica per aree destinate ad alloggi per il ceto medio siano dimezzati. Se l'area non è edificabile, serve il parere preventivo della commissione urbanistica provinciale e del Comune». Pasquali avverte: «Senza il nostro accordo non si fa nulla. E comunque non è vero che il Comune è fermo, la verità è che ci sono una serie di procedure che vanno rispettate e richiedono tempo». Certo è che la corsia preferenziale, per altro prevista dalla legge provinciale, è l'unica possibile per accelerare i tempi del Comune condizionati dai veti che arrivano dalla Svp ma anche dai Verdi. Per uscire dall'impasse già nei mesi scorsi Tommasini aveva convinto la giunta provinciale a «dirottare» sul programma ceto medio 60 degli alloggi Ipes in costruzione a Casanova. Adesso il via libera all'Ipes per evitare che la legislatura si chiuda con un imbarazzante nulla di fatto.
LE IMPRESE. Ad augurarsi che finalmente la situazione si sblocchi non ci sono soltanto coloro che, da anni, sono in attesa di un alloggio, ma l'intero settore edile. L'unico che, nonostante la ripresa economica in atto, fatica ad uscire dalla crisi nella quale è precipitato nel 2008. Un aiuto forte potrebbe arrivare dal far partire, dopo tanti proclami, i cantieri per la realizzazione di case e garage interrati. Cosa sollecitata più volte in questi mesi anche dal Comitato paritetico edile (presidente Claudio Corrarati della Cna e vice Stefano Parricchini della Cgil) che segue con grande preoccupazione l'andamento del settore. «Abbiamo calcolato - dice Ruele - che solo prendendo in considerazione i nostri soci iscritti in cooperativa per costruire un alloggio e quelli che vogliono farsi il garage, si potrebbe mettere in moto un giro d'affari che abbiamo calcolato in 60 milioni».

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