L'inchiesta

Le mamme della setta della valle Aurina incastrate dalle telecamere 

Ci sono ore di intercettazioni ambientali. Le cinque arrestate sono ancora in stato di isolamento. Hanno negato di essere affiliate alla setta religiosa svizzera Neuchristen di cui però frequentavano il sito internet


Mario Bertoldi


BOLZANO. Le cinque donne arrestate in valle Aurina prima dello scorso Natale con l’accusa di presunti maltrattamenti nei confronti di due bambini per forme di fanatismo religioso, per il momento non possono sperare di tornare in libertà ma nel carcere di Trento ove sono rinchiuse potranno probabilmente godere di un regime carcerario meno severo. A tutt’oggi, infatti, le cinque indagate sono detenute in stato di isolamento: non possono cioè avere contatti con altre detenute, sono rinchiuse in una cella singola e possono godere solo di un’ora al giorno di movimento all’interno della struttura di Spini di Gardolo.

I provvedimenti restrittivi sono stati presi a difesa dell’inchiesta. Vista la mancata disponibilità delle donne sotto inchiesta a collaborare con gli inquirenti per una fedele ricostruzione dei fatti, la magistratura ha fatto tutto il possibile per evitare forme di possibile inquinamento degli atti. Ora però l’indagine sembra giunta in dirittura d’arrivo e proprio per questo la stessa Procura ha chiesto al giudice delle indagini preliminari di revocare lo stato di isolamento delle cinque donne indagate che per ora rimangono in carcere ma con un regime come detto meno severo nel senso che potranno avere contatti con altre detenute ed avere a disposizione sei ore al giorno di movimento (seppur ovviamente vigilato) all’interno della struttura carceraria. In altre parole lo stato di isolamento dovrebbe essere revocato.

Intanto la stessa Procura ha chiesto l’incidente probatorio per sentire i due minorenni oggetto dei presunti maltrattamenti legati a forme di fanatismo religioso. Come noto i bambini in alcune occasioni sarebbero stati costretti a svegliarsi e ad alzarsi anche nel cuore della notte per pregare. Inoltre sarebbero stati costretti a non seguire i normali corsi scolastici ma l’insegnamento sarebbe stato organizzato in casa. Per il momento la strategia difensiva (affidata all’avvocato Mark Antonio De Giuseppe) non è ancora ben definita e chiara.

Anche in occasione del ricorso al tribunale del riesame il legale non era mai entrato nel merito delle accuse ma aveva semplicemente contestato che la custodia cautelare in carcere disposta dal giudice fosse giustificata sotto il profilo giuridico. Come noto l’istanza di revoca della custodia cautelare o in subordine di concessione degli arresti domiciliari venne respinta. Da allora la difesa non ha preso altre iniziative anche perché l’avvocato De Giuseppe sta aspettando di conoscere le motivazioni del rigetto da parte del tribunale della libertà.

Per il momento le cinque dobbe hanno solo preso posizione puntualizzando di non far parte, come ipotizzato a livello accusatorio, della setta religiosa svizzera denominata “Neuchristen “ (nuovi cristiani) che fa riferimento a Nikolaus Schneider, il quale si definisce “Schwert Bischof” (“vescovo della spada”). Resta però il fatto che negli atti dell’inchiesta (coordinata dal procuratore capo Giancarlo Bramante) vi sono le immagini di un paio di filmati girati dalle micro telecamere spia degli inquirenti in cui si notano le indagate collegarsi via internet al sito di riferimento della setta in questione.

Al momento i due bambini oggetto delle presunte vessazioni psicologiche per motivi religiosi si trovano in una struttura protetta. Dunque i piccoli non potranno essere avvicinati anche quando le cinque donne torneranno in libertà. tra il resto è emerso che agli atti dell’inchiesta vi sono ore ed ore di intercettazioni audio e video ambientali realizzati nell’abitazione dei bambini. La documentazione su cui si basa l’ipotesi accusatoria è dunque corposa e comprende anche la prova inconfutabile di come i bambini, vittime delle presunte vessazioni, venissero svegliati nel cuore della notte e costretti a pregare per diverse ore.













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