Le mucche al Museion: gli animalisti insorgono 

Per il decennale il museo presenta “Carillon: concerto confuso e casuale” La protesta sabato durante la vernice: «Le vacche non sono oggetti decorativi»



BOLZANO. È come se a un cane mettessero un ferro da stiro appeso al collare. O se noi umani girassimo con un copertone d'auto al posto della cravatta: ecco, in proporzione, cosa prova un vitello a girare col campanaccio. Non una passeggiata di salute. Uno dice: serve, come da tradizione, a non perdersi la mandria. Bene ma se invece di servire a qualcosa di inevitabilmente utile al sostentamento del contadino, i campanacci fossero appesi al collo dei nostri fedeli fornitori di proteine nobili a quattro zampe per costruire un'opera d'arte? Forse la prospettiva cambierebbe. Opera d'arte che consiste in questo: allietare i passanti ascoltando un "concerto confuso e casuale", costituito dall'incedere degli animali che, magari per liberarsi del peso, si metteranno pure a correre, aumentando il ritmo sonoro. Anzi, sul sito di Museion è inserito anche l'aggettivo "libero" a proposito di questo concerto: magari non per i vitelli. E questo è quello che pensano gli animalisti bolzanini. I quali radunati nell'associazione "Fronte animalista",hanno reagito in modo molto duro e, in occasione del "progetto speciale Carillon" (il titolo dell'installazione-concerto) davanti al museo d'arte contemporanea, hanno preannunciato un presidio di protesta dalle 10.30 alle 12.30 di sabato, giorno della "vernice". Dicono: "Già è una sofferenza per i vitelli girare con quel coso ma se proprio uno vuol godersi lo spettacolo basta che salga vicino a una malga e magari gli capiterebbe di vederlo e ascoltarlo in natura il concerto... Quello che è da pazzi è portare in città una mandria come se fosse una macchina da scrivere da spostare da un tavolo all'altro". Insomma, il Museion ci riprova. Aveva iniziato con la rana di Kippenberger (che aveva tuttavia una forte connotazione di critica sociale e di contesto), poi con l'inno d'Italia di Goldi&Chiari che si attivava con lo sciacquone del wc (altra dura ma molto "contemporanea" messa in discussione del nazionalismo) infine con la performance assoluta: una installazione citazionista di un post-banchetto che era stata spazzata via, letteralmente, dalle donne delle pulizie che pensavano fossero rifiuti lasciati lì dal party inaugurale del giorno prima. Gli organizzatori di Museion hanno diviso la giornata in due fasi. Una prima riguarda una composizione scritta da Isabel Mundry, musicista tedesca, intitolata "outside in" che sarà effettuata con 15 campanacci da mucca: "una prima assoluta" spiegano al Museion. Poi la seconda fase. "Mentre all'interno risuoneranno queste note, all'esterno, sui prati, sarà radunato un gruppo di bovini - spiegano gli organizzatori - e ad ogni vitello sarà appeso al collo un campanaccio: inizierà così una seconda composizione". Il tutto è un progetto speciale, intitolato "Carillon", dell'artista, sempre germanico, Olaf Nicolai. Che la giornata sia importante lo rivela il fatto che con il concerto si aprono le celebrazioni per i dieci anni di Museion. Poi, il "libero concerto" si potrà seguire anche in quota, quest'estate, in qualche prato alpino. Altro particolare: "il gruppo di bovini" in azione è stato formato con l'attiva collaborazione della Federazione sudtirolese allevatori. Insomma, una perfetta sinergia economico-culturale che aiuterà il pil . "L'arte contemporanea è provocazione - dice invece un gallerista che chiede di restare anonimo - ma quasi sempre la provocazione degli artisti è indirizzata contro la società dei consumi, la guerra e la violenza. Usare animali vivi, procurare loro comunque disagio e farli suonare perchè a noi piace così, trasformarli in oggetti di godimento non mi sembra un'operazione molto contemporanea. E neppure provocatoria". In sintesi: come fossero animali da circo che fanno il loro numero. "Un evento "culturale" costruito sulla schiena di schiavi e vittime" dice a sua volta Manuel Montini, volontario animalista e promotore della protesta, senza andare molto per il sottile. Non contando, insiste, "che per i vitelli il suono di un campanaccio equivale, per noi, a quello di una motosega". E conclude: "Le mucche non sono oggetti decorativi, ne attrezzature sceniche ma soprattutto non sono strumenti musicali". Insomma, un museo d'arte contemporanea che farebbe, in nome di una tradizione reinterpretata, un salto indietro di centinaia di anni quando scimmie, cani e persino suini venivano istruiti e costretti a suonare strumenti musicali alla fine dei banchetti offerti dal signore. In conclusione: quello a cui Museion forse non ha pensato è che , a proposito di animali, la sensibilità diffusa degli umani è cambiata e non è più quella di una volta.(p.ca)













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