Le targhe della Dante premiano D’Andrea e Marco Bortoluzzi

Applausi al pianista e al neurochirurgo al teatro Puccini La tradizionale Giornata è stata allietata da musica e brindisi



MERANO. Sabato scorso, il Puccini ha ospitato la “Giornata della Dante”, un appuntamento che ogni due anni premia con una targa i meranesi che si sono particolarmente distinti nell’ambito della loro carriera, anche al di fuori delle mura cittadine.

L’attenzione del Comitato cittadino del sodalizio si è focalizzato su due nomi: il neurochirurgo Marco Bortoluzzi e il pianista Franco D’Andrea, entrambi distintisi nell’ambito delle rispettive professioni. A fare gli onori di casa, in un teatro che ha richiamato un numeroso pubblico, degno dell’avvenimento, il presidente del sodalizio, Rosanna Pruccoli, affiancata da Maria Carla Alessandrini, che ha illustrato il percorso professionale e umano di Marco Bortoluzzi, dal critico jazz Giuseppe Segala, che ha illustrato quello di Franco D’Andrea, e da Ewald Kontschieder dell’associazione Muspilli, che attraverso l’European Jazz Academy ha stretto con il pianista meranese un fitto rapporto, che ha permesso di dar vita a Merano al laboratorio, quest’anno al 14° anno di vita.

A legare i diversi momenti della serata, la Big Band di giovani strumentisti guidati dalla sapiente direzione di Helga Plankensteiner. Una formazione - è doveroso sottolinearlo - anch’essa emanazione dei laboratori estivi di Merano.

Nel dare il via alla fase della consegna delle targhe, è stato sottolineato come i due premiati siano accomunati dal fatto di avere nelle mani lo strumento del loro agire. L’uno nel muoverle con sapienza per riportare a una condizione di salute un corpo umano, l’altro, nel lanciarle in scorribande vertiginose su una tastiera di pianoforte, per offrire emozioni e alimento all’animo umano.

Marco Bortoluzzi, figlio di uno storico e da molti ancora ricordato presidente del Cai meranese, è stato intervistato da Rosanna Pruccoli. Dopo gli studi universitari, l’approdo a Brescia per dar vita ad un percorso professionale che lo ha portato a distinguersi nel campo della neurochirurgia. Un numero considerevole le operazioni al suo attivo, ma numerosi anche i testi scritti a suo nome e quelli in collaborazione con altri studiosi e il suo ruolo di docente universitario.

Forte ancor oggi il legame con Merano, una città, si è augurato, in cui va mantenuto integro quel che rimane di quella sua architettura così caratteristica. E qui non ha dimenticato di ricordare come piazza del Teatro sia stata rovinata dall’abbattimento dello storico hotel Centrale, in cui da studente andava a giocare a biliardo. Il compito di tracciare il lungo curriculum vitae è toccato a Maria Carla Alessandrini, che ha voluto omaggiare il festeggiato anche con una poesia.

Dopo un'altra esibizione della Big Band, a salire sul palco è stato Franco D’Andrea. Ancora una volta - sono frequenti le occasioni per occuparci di lui - è stata ripercorsa la sua carriera. I primi passi con i coetanei a Merano, poi il salto a Bologna in un effervescente contesto jazzistico, quindi quello a Roma, l'incontro con Gato Barbieri e via via gli altri passaggi che lo hanno portato ad essere il pianista di fama internazionale che è oggi.

Da parte sua, non poteva non regalare un momento di piano solo e uno al fianco della Big Band. Dopodiché, tra gli applausi calorosi del pubblico, la serata si è conclusa con un brindisi collettivo nel foyer del Puccini. (gi.bo.)













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