Luis Durnwalder: «Il mio futuro? In Europa»

Il presidente al Circolo cittadino: il commissario Ue Fischer mi ha offerto una collaborazione



BOLZANO. «Cosa farò quando non sarò più presidente? Passerò i primi giorni a guardare chi cambierà strada quando mi vedrà. Per capire chi è amico di Luis e chi invece solo del presidente»: Durnwalder a tutto campo ieri sera al Circolo cittadino. Sala piena, nonostante la giornata estiva. Tanti politici ma anche tantissimi cittadini.

C'era da parlare del libro su di lui appena scritto da Pinuccia Di Gesaro ma, soprattutto, della prossima vita del Landeshauptmann. «Di sicuro non vado a Roma o a Bruxelles - ha subito detto - forse lavorerò nel sociale. Il commissario austriaco Fischer mi ha chiesto di lavorare con lui. Vedrò». Rifarebbe tutto quello che ha fatto negli ultimi anni, tra Sel e gli altri casi? «Nella sostanza sì, nella forma forse no. Parlerei con più persone, cercherei la condivisione prima di decidere».

E la scuola per immigrati? «Sono stato capito male. Ma vorrei che almeno si parlasse del problema senza demonizzarlo». Infine Bolzano, visto che si era al Circolo cittadino: «Penso che la città abbia bisogno di decisioni. Capisco i problemi di un Consiglio troppo folto, ma sul piano urbanistico, sulle infrastrutture, sulle opere mi sembra si rimandi sempre una decisione. Ci vorrebbe una assunzione di responsabilità invece di accusare sempre la Provincia». Ma la Provincia ha il braccino corto, presidente... «Abbiamo pagato i musei, le sale concerto, ora siamo pronti a pagare tutto il polo bibliotecario. Ma anche in questo caso, come su Benko o su chiunque proponga qualcosa, la prima risposta è “vediamo”, non “facciamo”».













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