Lunghe code dalle suore per avere pane e tonno

Ottanta persone si radunano tre volte alla settimana in via Principe Eugenio La madre superiora: «Aumenta il numero dei bisognosi tra i nostri anziani»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. I primi sono già in fila lungo via Principe Eugenio di Savoia con mezz’ora d’anticipo. Ci sono giovani e non. Tante donne di mezza età. Parecchi extracomunitari ma ci sono anche più bolzanini di quello che ti potresti aspettare. Nessun barbone, tutte persone vestite con grande dignità a conferma che sta aumentando in maniera preoccupante il numero delle persone in difficoltà tra coloro che fino a poco tempo fa, riuscivano a farcela da sole. Aspettano che si apra il portoncino della Casa delle suore della carità (San Vincenzo).

Alle 10 in punto, come ogni lunedì, mercoledì e venerdì, compaiono due suore con i carrellini carichi di sacchetti bianchi di carta: dentro ci sono due panini e due jogurt o, in estate, una bibita. Una volta ci mettevano la scatoletta di Simmenthal, ma con l’aumento del numero dei musulmani si è preferito sostituire la carne con il tonno.

Entrano uno alla volta, prendono, ringraziano e se ne vanno. Nel giro di pochi minuti i sacchetti, un’ottantina, finiscono.

«Sono tanti anni - spiega Annamaria Maurberger, madre superiora delle suore della carità - che facciamo questo servizio. Abbiamo cominciato quando eravamo ancora in corso Italia dove oggi c’è la Billa e prima ancora la Standa. Ma allora arrivavano una decina di persone al massimo ed eravamo in grado di offrire anche un pasto caldo, oggi sono settanta-ottanta alla volta e non possiamo più farlo. Anche perché nel frattempo il numero delle suore è diminuito - siamo rimaste in trenta - e si è alzata l’età: la più giovane di noi ha 50 anni. Però in caso di necessità non mandiamo via nessuno. Ciò che mi preoccupa è che anche nel ricco Alto Adige aumenta il numero dei poveri. Sono magari le persone della porta accanto che si vergognano a chiedere, perché prima arrivavano a fine mese con le loro forze, oggi non più. Quelli più a rischio sono gli anziani che hanno una pensione di 5-600 euro al mese e devono pagarsi anche l’affitto. L’impressione è che la situazione sia destinata a peggiorare ulteriormente».

Le suore possono contare sulla generosità di alcuni benefattori: «Primi tra tutti la Fondazione Cassa di risparmio e due panettieri: uno ci vende il pane di giornata a metà prezzo, l’altro ci regala quello del giorno prima. Inoltre c’è sempre qualcuno che ci fa qualche offerta. Sono molti a chiederci anche aiuti in denaro per pagare la bolletta della luce, le medicine, il viaggio per tornare a casa. Tutti non possiamo accontentarli anche perché c’è sempre il rischio che qualcuno ne approfitti ».

La distribuzione dei sacchetti avviene rapidamente e tutto nella massima discrezione, perché le suore non ci tengono a far sapere che fanno beneficienza e chi riceve non vuole che si sappia.

«Ciononostante - spiega suor Annamaria - questa è una zona benestante e c’è chi si lamenta: dà fastidio vedere queste persone in fila in attesa dei sacchetti di pane. Tanto da arrivare a mettere in dubbio che qualcuno, ad esempio la badante con i vestiti e i capelli curati, abbia realmente bisogno. La mia risposta è sempre la stessa: se non ne avessero davvero bisogno, non si metterebbero in fila mezz’ora prima sotto il sole o la pioggia per ricevere un sacchettino con pane, jogurt e tonno».

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