Carsten Ladiges era accusato di aver procurato lesioni permanenti a un paziente per un’ingessatura troppo stretta

Malasanità, assolto noto ortopedico

L'avvocato: «Frettolosa l'Asl a pagare oltre 17 mila euro di risarcimento»


Massimiliano Bona


 BRESSANONE. Sebbene l'Azienda sanitaria abbia già pagato 17.320 euro a titolo di risarcimento ad un paziente che lamentava lesioni permanenti ad un polso per un presunto errore medico, la Corte dei Conti ha assolto l'ortopedico brissinese, Carsten Ladiges, che seguì il caso. L'Asl, in questo caso, non potrà rivalersi sullo specialista.  La sentenza della Corte dei Conti (numero 33/2011) è stata depositata nei giorni scorsi e fa riflettere sul fatto che l'Azienda sanitaria, pur di evitare lunghi contenziosi di carattere legale, preferisca - talvolta - andare incontro alle richieste della presunta parte lesa. Una scelta spesso determinata anche dal fatto che può contare sulle risorse finanziarie della compagnia di assicurazione che però si rifà successivamente, a livello di premio, sulla stessa amministrazione pubblica. Per questo alcuni casi, legati a presunte negligenze professionali da parte degli operatori sanitari, finiscono al vaglio della Corte dei Conti.  IL MEDICO ASSOLTO. Una delle ultime inchieste ha avuto per protagonista un ortopedico brissinese. Carsten Ladiges, difeso dall'avvocato Gianlorenzo Pedron, è stato citato nel febbraio 2010 dalla Procura Regionale per un episodio risalente al febbraio 2005. Un paziente, al quale era stata ridotta una frattura al polso destro, in seguito al trattamento terapeutico avrebbe riportato - secondo l'accusa - lesioni permanenti, attribuibili ad un errore dello specialista. «Al mio cliente - spiega l'avvocato Pedron - è stato contestato il fatto di aver applicato un'ingessatura troppo stretta. E, sempre secondo la Procura, non avrebbe tempestivamente trattato farmacologicamente la complicazione subentrata, ovvero il morbo di Sudeck».  Il locale comprensorio sanitario ha preferito, poi, risarcire la presunta parte lesa con 17.360 euro, oltre ad interessi e spese. La Corte dei Conti, però, ha assolto il medico per una serie di motivi oggettivi, che forse avrebbe potuto prendere il considerazione la stessa Azienda sanitaria prima di risarcire il paziente. «La Corte - prosegue Pedron - ha assolto Ladiges perché non si trattava di ingessatura ma di benda semirigida, nota anche agli addetti ai lavori come softcase. Una bendatura troppo stretta richiede, inoltre, un intervento quasi immediato visto che il paziente a cui è stata applicata non è in grado di sopportarla per più di 24-36 ore. In questo caso, invece, il paziente si è lamentato solo una settimana dopo in occasione della visita di controllo». La bendatura troppo stretta - come ha appurato la Corte dei Conti - può essere concausa, ma mai causa esclusiva della complicazione, il che ha fatto venir meno il nesso della causalità tra la condotta del medico e l'invalidità lamentata dal paziente. «In ogni caso - conclude il legale - il paziente è stato seguito poi anche da altri medici, ai quali andrebbe eventualmente attribuito il mancato trattamento farmacologico».  GLI ALTRI CASI. In un altro caso (a Brunico) una turista ha ottenuto un risarcimento di 20 mila euro per non essere stata visitata con le dovute cautele a conclusione di una giornata trascorsa sugli sci con un incidente che le aveva procurato una dolorosa lesione ad un dito. Durante la visita la donna perse i sensi finendo improvvisamente a terra a seguito di una fitta di dolore. Cadendo la paziente si procurò una lesione ad una spalla ottenendo un risarcimento. Il secondo caso accaduto a Brunico riguarda una donna sottoposta a intervento chirurgico a seguito di una disfunzione da piedi piatti. In questo caso, secondo l'accusa, l'operazione non sarebbe riuscita a seguito dell'errata applicazione di un perno e la paziente ha quindi ottenuto un risarcimento di 34.719 euro.  

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