la storia

Margherita, 95 anni e Josè, 17: amici oltre il tempo e l’età 

L’associazione Anteas Agas fa incontrare giovani e anziani Lei gli insegna i segreti della scrittura. Lui le mette a posto il computer


Ilaria Cagnacci


BOLZANO. All’Associazione Anteas -Agas di Bolzano, in via San Quirino 34, giovani e anziani si incontrano e condividono il loro tempo grazie al progetto di “Scambio intergenerazionale giovani-anziani”. L’iniziativa, nata per combattere la loro solitudine delle persone anziane che vivono da sole, è stata realizzata grazie all’offerta volontaria di tempo da parte di giovani che desiderano prendersene cura supportandoli nelle loro attività quotidiane.

Questo è il caso dell’amicizia nata tra José Bruni, 17 anni, appassionato di tecnologia e studente al terzo anno presso l’istituto Galileo Galilei, il cui sogno è quello di diventare ingegnere aerospaziale, e Margherita Zerbi, 95 anni ipovedente, nota grafologa altoatesina che dal 1983 al 1991 ha presieduto l’Associazione Grafologica italiana e che ha dedicato gran parte della sua vita in prima linea per il riconoscimento della Grafologia da parte delle neuroscienze, e oggi della scrittura come patrimonio dell’umanità.

L’ironia della sorte ha fatto sì che un giovane, il quale ammette di non scrivere praticamente più a mano, incontrasse e condividesse le proprie giornate insieme a una delle più grandi esponenti della grafologia sul nostro territorio. Due persone, appartenenti a due generazioni diverse e due mondi completamente opposti: quello della penna e della tastiera che, invece di scontrarsi, hanno deciso di raccontarsi e confrontarsi arricchendosi vicendevolmente.

«La sua compagnia è preziosissima. Peccato che non posso vederlo, così come la sua scrittura e la sua impugnatura. José viene a casa mia a sistemare il mio disordine, è bravissimo ad aggiustare gli apparecchi elettronici e mi ha riparato anche il robot per la lettura» racconta Margherita Zerbi, la quale, grazie al servizio dell’associazione “Emergenza anziani” realizzato in collaborazione Arca della Solidarietà San Pio X, ha potuto stabilire un primo contatto con l’associazione ed esprimere il suo desiderio di compagnia che oggi condivide con il giovane José Bruni.

La scrittura e il computer

Quando si parla insieme a Margherita Zerbi non si può non parlare di grafologia. Chiamarla una passione è forse sminuente, la scienza della grafia è per lei prospettiva sul mondo e strumento per conoscere le persone. L’età di certo non rappresenta un impedimento per la grafologa, il cui entusiasmo non fa che crescere negli anni: tra i vari progetti vi è quello di riorganizzare le sue ricerche e creare un archivio con l’aiuto di Josè, che oggi riconosce di essersi appassionato anche lui di grafologia, e presto verrà ripubblicato il suo “Manuale di grafologia”, che illustra il metodo Morettiano della misurazione e della verificabilità scientifica dei criteri distintivi della scrittura.

«Avevo 50 anni quando per la prima volta mi avvicinai alla materia. La grafologia negli anni non è cambiata, ciò che è cambiato invece è l’approccio alla scrittura che rischia di essere abbandonata a causa di scelte politiche e pseudo-didattiche» racconta Margherita Zerbi.

La scrittura, come sottolinea la grafologa, non solo permette di comprendere le persone: “dalla grafia noi vediamo già se una persona ha tendenze omicide o suicide, attraverso la grafologia ho potuto salvare vite” ma attiva dei meccanismi cerebrali fondamentali per lo sviluppo psico-fisico che la scrittura a tastiera non è in grado di innescare.

La perdita di questa abitudine, inoltre, come spiega Margherita Zerbi, “sta causando un anticipo di alcune patologie come Alzheimer e demenza e la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali come la capacità di concentrazione o la memoria”.

Sebbene la tecnologia abbia inciso in maniera importante sul progressivo disuso della scrittura a mano da parte dei giovani che, come racconta José, passano una media di cinque ore al giorno davanti agli schermi, non si tratta certamente di criminalizzare il mondo del web che lo stesso ragazzo riconosce sia come opportunità che “barriera tra giovani e anziani che non conoscono questo mondo”, ma nessuno ha il diritto di privare le future generazioni del patrimonio della scrittura.

Ed è proprio questo il messaggio di Margherita Zerbi, la quale ci rammenta il dovere e la responsabilità di salvaguardare l’esistenza e l’uso della scrittura a mano mediante una vasta operazione culturale e sociale rivolta soprattutto ai giovani.

Non sappiamo se José tornerà a prediligere la scrittura su carta, ma sicuramente possiamo prevedere che grazie al progetto realizzato da Anteas-Agea diventerà depositario di una memoria e di un sapere che questo incontro ha reso possibile, facendo scaturire l’interesse e l’entusiasmo di un giovane ragazzo verso una materia alla quale mai si sarebbe avvicinato se non grazie all’incontro con la grafologa Margherita Zerbi.

 













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