Martedì l’ultima aggressione alle Pestalozzi

Il procuratore Fava: «La banda non c’è più, ma ci sono delle frange: tra loro un ragazzino di 10 anni»



BOLZANO. Da giorni alla Procura dei minori non arrivavano più segnalazioni di aggressioni, pestaggi, rapine, furti, danneggiamenti e questo aveva convinto il procuratore Antonella Fava che l’arresto dei due sedicenni e l’inserimento in comunità di altri sei componenti, avesse se non eliminato almeno ridotto notevolmente la capacità di delinquere della baby gang.

Una convinzione che è venuta meno martedì quando è arrivata una nuova segnalazione di un pestaggio nel cortile delle scuole Pestalozzi di viale Europa. Giovanissimi gli aggressori, giovanissime le vittime.

«Purtroppo - ammette il procuratore Fava - ci sono ancora in giro delle frange che non siamo riusciti ad eliminare, perché trattandosi di ragazzi con meno di 14 anni, abbiamo le mani legate in quanto per il codice non sono imputabili. Riteniamo comunque di aver ridotto notevolmente la capacità di azione della banda che, in quanto tale, non esiste più».

Di questa “frangia” fa parte un ragazzino di 10 anni che frequenta la quarta elementare: può sembrare assurdo ma è così.

Questo dimostra che il lavoro della Procura dei minorenni, polizia, carabinieri e polizia municipale è tutt’altro che finito: infatti al vaglio dei giudici ci sono ancora le posizioni di altri minori.

Il problema è che, come ha spiegato Fava, dal punto di vista penale nei confronti di queste persone che hanno commesso gravi reati non si potrà fare nulla a causa dell’età.

Per questo sarà importante il lavoro dei servizi sociali e della scuola: è a loro che si chiede di fare di più. Per cercare di recuperare dei ragazzini che stanno camminando, senza neppure rendersene conto, sull’orlo del precipizio.

Il lavoro fatto in questi anni dal procuratore Fava va proprio nella direzione di cercare di “salvare” i ragazzi difficili attraverso una collaborazione stretta tra la scuola e i servizi sociali.

Sempre più spesso tocca a loro intervenire per far fronte alla fragilità delle famiglie e all’ inadeguatezza dei genitori a svolgere il loro ruolo. «Un padre - ha spiegato il procuratore - ci ha detto di dare una paghetta di 10-15 euro al giorno al figlio di 11 anni che non va a scuola e passa le giornate in strada. Il tutto senza controllo, senza regole».(a.m)













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