L'inchiesta

Mascherine, affare da 25 milioni ma Asl e Provincia non sanno nulla 

La relazione finale della Commissine è stata votata dall’opposizione. La maggioranza presenterà a giugno un suo documento. L’accusa: ritardi nell’informare i sanitari su carenze dei materiali importati dalla Cina dalla Oberalp



BOLZANO. Chi ha ordinato alla “Oberalp”, l’azienda di Heiner Oberrauch, neo eletto presidente di Assoimprenditori, di importare dalla Cina a marzo 2020 - ovvero in piena pandemia - mascherine e altri dispositivi di protezione individuale per operatori sanitari di ospedali e case di riposo, introvabili in Europa? Si parla di un ordine da 25 milioni di euro - che si aggiunge al primo da 9 milioni - attorno a cui ruota il lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta provinciale, presieduta dal consigliere Franz Ploner (Team K).

Ma la domanda per ora è destinata a rimanere senza risposta: la verità - dice l’esponente del Team K - non è emersa. La relazione conclusiva è stata votata solo dalle opposizioni (oltre a Ploner, Sven Knoll, Diego Nicolini, Andreas Leiter Reber, Brigitte Foppa, Sandro Repetto); la maggioranza, che ha votato solo la parte tecnica, non quella politica, si è riservata di presentare un proprio documento che verrà discusso in aula, assieme alla relazione della commissione d’inchiesta, a giugno.

L’affare mascherina

Dal giugno del 2020 ad oggi la commissione, che ha cercato di indagare sull’affare mascherine e più in generale sulla gestione della pandemia da parte di Asl e Provincia, ha sentito 79 persone. Ricordiamo che sulla delicata vicenda è in corso anche un’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Igor Secco.

Da quanto si legge nella relazione conclusiva, l’imprenditore Heiner Oberrauch, durante l’audizione, ha spiegato che l’Asl la sera del 23 marzo 2020 ha deciso di effettuare un secondo ordine di mascherine e dispositivi di protezione. Nel caso specifico si cita un ordine che sarebbe arrivato alle 23.12 dal dottor Marc Kaufmann, capo della task force Covid.

«Dalla nostra inchiesta - spiega Franz Ploner - risulta che si sarebbe affidata una commissione da 25 milioni di euro senza stipulare neppure contratto; senza accordi e intese chiare, solo per mezzo di una “lista dei desideri” inviata via mail dal capo della task force, che non era responsabile e nemmeno autorizzato ad effettuare un tale ordine. Kaufmann è stato sentito dalla commissione ed ha spiegato che il suo era solo “un elenco dei desideri o piuttosto delle necessità”, ma non certo un ordine che non avrebbe per altro mai potuto fare e di non sapere niente altro. Ma anche il direttore generale dell’Asl Florian Zerzer, l’assessore Thomas Widmann, il governatore Arno Kompatscher e i funzionari degli acquisti, hanno dichiarato di non sapere nulla».

La situazione è delicata “perché - spiega Paul Köllensperger (Team K) - dopo aver speso alcune decine di milioni, ci troviamo con una consistente parte del materiale risultato non idoneo per proteggere dal Covid, ancora in Cina. Inoltre un’azienda, importante per il nostro territorio come la Oberalp, rischia molto, dopo aver anticipato una cifra enorme, senza avere a quanto pare la garanzia di un contratto».

Poca trasparenza

Dall’indagine della commissione emerge anche la “scarsa trasparenza” con cui i vertici della sanità avrebbero agito dopo aver saputo che una parte del materiale importato dalla Cina non era conforme alle norme vigenti e non garantiva una sufficiente protezione. «I vertici della sanità - si legge nella relazione - una volta a conoscenza dei pareri tecnici negativi sui materiali, hanno deciso di nascondere la verità per non scatenare il panico tra il personale sanitario. Durante le audizioni abbiamo continuato a sentire il ritornello: l’emergenza era grave, avremmo dovuto distribuire sacchi della spazzatura? Questo è un atteggiamento incomprensibile».













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