Massaggi «hard» per 14 ore al giorno

Chiuso il centro benessere “Giglio” di via Druso: ragazze cinesi costrette a lavorare per pochi euro. Centinaia di clienti


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Quattordici ore al giorno, sette giorni su sette, compresi i festivi e le domeniche, trascorsi in una stanzetta di una manciata di metri quadrati a soddisfare i pruriti di almeno una ventina di clienti. E alla fine del turno, bastava attraversare il corridorio stretto ed entrare in un’altra stanzetta, non più grande della prima, per essere a casa.

Vivevano, dormivano, mangiavano e soprattutto lavoravano dentro il centro massaggi “Giglio” di via Druso, le ragazze liberate mercoledì scorso dalla Squadra Mobile di Bolzano, comandata dal commissario Giuseppe Tricarico, con l’irruzione per l’arresto dei due gestori dell’attività illecita. L’operazione è stata effettuata su mandato del gip di Bolzano, richiesto dal pubblico ministero Donatella Marchesini.

In manette è finito Sun Xianyong, cittadino cinese di 42 anni, in Italia con regolare permesso di soggiorno rilasciato dalle autorità di Cremona. Sua moglie, invece, anche lei cittadina cinese di 38 anni, è risultata irreperibile perché in viaggio verso il suo Paese d’origine, su di lei pende un mandato di cattura che le impedisce ora di rientrare, e il tentativo di una richiesta di arresto trasmessa al governo cinese, ma che l’esperienza ha insegnato a considerare poco probabile. Ai due sono stati sequestrati i conti correnti e l’intera struttura in via Druso, oltre alle attrezzature e ai contanti trovati al suo interno.

Le indagini risalgono alla scorsa estate, quando gli agenti hanno ricevuto una prima serie di segnalazioni del viavai di uomini che frequentavano il centro; dalle prime verifiche è emerso subito che la vera natura dell’attività di centro benessere era altra rispetto al “massaggio orientale terapeutico” reclamizzato. Anzi, è proprio per via degli annunci pubblicitari che i gestori stessi pubblicavano su siti specializzati in incontri e anche attraverso i social network che i dubbi sono scomparsi. Dalle indagini è emerso un business di grandi proporzioni e in continua espansione: cinquemila i clienti censiti nell’arco dei sei mesi di indagini, molti dei quali dimostratisi assidui frequentatori del centro massaggi.

Un giro d’affari di circa 500 mila euro l’anno, dei quali solo 50 mila risultano segnalati al fisco. E tutto girava intorno alle ragazze: trenta euro per un massaggio “normale” di mezz’ora, più venti per il servizietto “extra”, ed eventualmente altri trenta per concludere il tutto con una doccia rigenerante.

Dalle verifiche effettuate dagli agenti della Mobile, solo in rarissimi casi il cliente non ha scelto l’extra, che in realtà 99 volte su cento si concretizzava in una semplice masturbazione. Solo in casi eccezionali, o per clienti considerati “speciali”, si procedeva con rapporti più profondi, e in meno occasioni ancora si passava al rapporto completo. Durante l’irruzione è stato sequestrato anche il registro delle prenotazioni, tra le quali è emersa anche la possibilità di prenotare una ragazza specifica.

Tra i clienti censiti, una varietà impressionante di età, nazionalità e fasce di reddito, molti arrivavano da fuori provincia e in certi casi anche da fuori regione. Nel giro di pochi mesi, il centro aperto solo nel febbraio dello scorso anno, aveva raggiunto un numero di clienti tale da suggerire ai gestori l’apertura di una filiale a Brunico. Apertura che era imminente, con la caparra già versata per l’affitto del nuovo locale. Di ragazze al lavoro, generalmente, ce n’erano sempre almeno tre, ma sono una decina quelle censite dalla Polizia nei mesi delle indagini: spostate in continuazione tra un centro e l’altro nelle principali città del centro e nord Italia. L’ipotesi investigativa, ancora da veirficare, è che alle spalle di questi centri, ci sia un’organizzazione che gestisce la logistica delle ragazze e le smista a seconda delle necessità e della clientela.

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