Materne, Achammer frena «Per ora niente schedatura» 

L’assessore tedesco: «Attendiamo la decisione del Garante per la Privacy» I sindacati: «Caos sui criteri di iscrizione. Le famiglie chiedono l’asilo bilingue»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Quella che i più hanno definito una schedatura etnica dei bimbi degli asili quest’anno non avrà luogo. La rassicurazione arriva dall’assessore provinciale alla scuola e cultura tedesca Philipp Achammer. Ma i genitori sono preoccupati e ieri, nel corso della giornata delle porte aperte, in tanti lo hanno esternato: timori elevati di non trovare posto nella materna vicino a casa. E intanto, dopo l’interrogazione dei Verdi presentata nei giorni scorsi per cercar di fare luce sulle iscrizioni alle scuole dell’infanzia, i sindacati ritornano all’attacco: è ora degli asili bilingui, almeno per chi li desidera.

Si dovrà specificare se il bimbo è italiano o è tedesco? «Questo non avrà nessun significato per l’iscrizione di quest’anno», getta acqua sul fuoco l’assessore Achammer. «Nella mozione dei Freiheitlichen abbiamo inserito due punti. Il primo in ordine di importanza è avere il via libera da parte del garante per la privacy, che chiaramente ancora non c’è e quindi rimane ancora tutto da elaborare. Non avrà nessuna importanza per quest’anno. Per l’anno 2018/19 non cambierà nulla». Indubbiamente il problema della presenza di molti bimbi di lingua italiana e di stranieri nelle scuole dell’infanzia tedesche c’è e Achammer non lo nega. «Assolutamente vero. Il nostro compito è soprattutto dare un sostegno, la possibilità di dare un sostegno all’apprendimento linguistico indipendentemente dalla situazione individuale. Ci sono bambini che già conoscono il tedesco o hanno avuto comunque i primi contatti come pure altri che non lo conoscono. Perciò quest’estate abbiamo detto di fare di tutto,studiando diverse misure, anche la composizione del gruppo all’interno dell’asilo eccetera, per dare più possibilità, anche rispettando le diverse situazioni. Perché un apprendimento linguistico per un bambino che conosce già il tedesco è qualcosa di diverso rispetto a chi non lo conosce. Questo è il nostro obiettivo. È molto complicato. Abbiamo bisogno di più spazi e di più personale, perché vogliamo anche ridurre il numero dei bimbi all’interno delle singole sezioni. Ci stiamo lavorando proprio ora». «Non sanno che pesci pigliare», controbatte Cornelia Brugger, funzione pubblica Cgil, impegnata in prima persona in quanto maestra in una scuola dell’infanzia di lingua tedesca, dove ieri si sono tenute le porte aperte. «Non so come faccia l’assessore a dichiarare che non cambia nulla, visto che le iscrizioni saranno centralizzate e nessuno sa come verranno assegnati i posti nelle singole strutture». Perché accentrare, si chiede Brugger, se non cambierà nulla? La sindacalista si meraviglia anche del fatto che Achammer attenda la pronuncia del Garante, «il quale si è già chiaramente espresso in passato: non si può fare». Come detto, però, intanto i genitori in visita alle materne sono preoccupati. «Specie per i figli più piccoli, non si sa se troveranno posto nell’asilo desiderato. Finora ci si doveva iscrivere alla scuola del proprio circolo, adesso è il caos». Al di là di tutto, schedatura etnica o meno, Brugger sottolinea come «tutti i genitori, italiani tedeschi e mistilingui, chiedano con insistenza l’istituzione di asili bilingui. Le difficoltà ci sono, e sono sempre maggiori. La soluzione al problema c’è: scuola dell’infanzia unica. Non si può far altrimenti».

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