Mattarella, l’omaggio a Sandro Pertini

Il Capo dello Stato scopre la stele restaurata dedicata all’ex presidente Oltre 400 persone a Vallunga per lo spettacolo sul «partigiano Sandro»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Un presidente che rende omaggio a un presidente. Un presidente amato, come Sandro Pertini. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha concluso le sue vacanze a Selva Gardena assistendo ieri allo spettacolo «Gli uomini per essere liberi. Sandro Pertini, il presidente». Questo pomeriggio Mattarella partirà dal Centro addestramento carabinieri di Vallunga. Lo attendono alle ore 17.30 a Pieve Tesino (Trento) per la «Lectio degasperiana», poi il rientro a Roma.

E proprio il centro di Vallunga ieri ha aperto le porte a turisti e altoatesini per ospitare lo spettacolo. Lì per sette anni Pertini ha trascorso le ferie estive e talvolta invernali. Lì la compagnia di Gianni Furlani e Mauro Bertozzi lo ha voluto ricordare con uno spettacolo «militante» nell’affetto e nel rispetto, dedicato al presidente partigiano, presidente «suo malgrado». I musicisti hanno cantato «Bella ciao», il pubblico li ha seguiti, cantando e battendo le mani («Il Nazareno ci perdoni», scherza Bertozzi). Mattarella in prima fila, un sorriso accennato, vicino a Umberto Voltolina, il cognato di Pertini, presidente della fondazione che ne tiene vivo il ricordo. Lì, a Vallunga, Mattarella ha trascorso i suoi giorni di riposo in compagnia di figli e nipoti, con passeggiate ai piedi delle Dolomiti.

Riservatissimo, Mattarella ha trovato ieri oltre quattrocento persone che lo attendevano per assistere allo spettacolo. Non ha stretto mani, non ha pronunciato alcun discorso. «Ma è stato molto soddisfatto e spero che tornerà tra noi», riferisce a fine pomeriggio il sindaco di Selva di Val Gardena Roland Demetz. «Si è complimentato con noi per lo spettacolo», racconta il co-autore e attore Mauro Bertozzi.

«È vero che è riservato, ma sui sentieri ha accettato di scattare una foto con ogni turista che glielo abbia chiesto» raccontano al centro di addestramento.

Mattarella ha assistito alla prima parte dello spettacolo. Durante l’intervallo si è allontanato per ritirarsi nel centro di addestramento che lo ha ospitato.

Sul prato del centro dei carabinieri c’è una roccia con una semplice targa di legno. «In ricordo dell’on. Sandro Pertini che qui frequentemente soggiornò dal 1978 al 1985». In tutti gli anni del suo mandato Pertini venne a Selva di Val Gardena. «La valle più bella del mondo», diceva. Dopo la sua morte a Vallunga lo hanno voluto ricordare con la stele. Negli anni si è rovinata. È stata ora ripulita e sanata. «Sta ora ai carabinieri custodirla con cura», ha esortato il generale Massimo Mennitti, comandante della Legione carabinieri Trentino Alto Adige. Mattarella ha scoperto la targa, insieme al commissario del governo Elisabetta Margiacchi e al sindaco Demetz, che ha dedicato a Pertini un discorso affettuoso, condividendo alcuni ricordi del Pertini ospite assiduo, «non c’è maso in questa valle che non custodisca una foto o un ricordo di Pertini, che già aveva frequentato la Val Gardena per venti anni prima di diventare presidente». Un anno gli venne consegnato l’«anello d’oro». «Sono arrivato per caso a Vallunga, mi sono innamorato e ora mi sono sposato...», ringraziò Pertini. Prezioso il ricordo del generale Giancarlo Maffei: era comandante di Vallunga negli anni di Pertini, aveva la funzione di capo scorta, «lo accompagnavo tutti i giorni nelle passeggiate e il presidente parlava di tutto. È stata una esperienza indimenticabile. Chiacchierava con i contadini della zona, si immedesimava completamente con la natura. Non erano anni facili, c’erano le Brigate rosse e la sorveglianza doveva essere stretta. Il presidente visse qui con dolore la strage di Bologna e l’assassinio del generale Dalla Chiesa. E qui d’inverno ha ricevuto più volte le telefonate di Papa Paolo Giovanni II per gli auguri di buon anno, tra loro c’era un feeling particolare». Poi lo spettacolo, con foto e video di Pertini, dagli anni della Resistenza alla presidenza, con musiche eseguite da Tiziano Bellelli, Emanuele Reverberi e Riccardo Sgavetti. È arrivato alla cinquantacinquesima replica, «ed è bello averlo portato oggi proprio qui», dice Leo Senoner, presidente dell’associazione «Tublà da Nives». Tante persone in platea. In prima fila, con Mattarella, Voltolina (fratello di Carla, la moglie di Pertini), Elisabetta Margiacchi, il comandante generale dei carabinieri generale Tullio Del Sette, il comandante provinciale colonnello Stefano Paolucci, la comandante della compagnia di Ortisei capitano Azzurra Ammirati, il colonnello Giuliano Polito, comandante del centro di addestramento. Umberto Voltolina ascolta con passione. Nel 1958 Pertini scrisse al cognato diciottenne: «Sii sempre, in ogni circostanza, un uomo libero e pur di esserlo, sii pronto a pagare qualsiasi prezzo». Era il presidente che disse «odio gli indifferenti», e dal pubblico parte un applauso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità