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Medici gettonisti negli ospedali. L’Asl: «Garantiscono i servizi» 

Il caso. Decine di liberi professionisti gestiti dalle cooperative al lavoro nei nosocomi dei quattro Comprensori Bertoli (Asl): «La carenza di personale è pesante. Ci permettono di tenere in piedi Pronto soccorso e sale operatorie»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Abbiamo fatto e continuiamo a fare di tutto per trovare medici. Ma non basta. Così - come tante altre aziende sanitarie del resto d’Italia - ci avvaliamo di cooperative private che ci garantiscono specialisti per tenere in piedi servizi essenziali. Parlo di medici di Pronto soccorso, anestesisti per le sale operatorie, pediatri ecc.». 

Pierpaolo Bertoli - vicedirettore sanitario Asl - torna sulla questione dei medici gettonisti, diverse decine in ognuno dei quattro Comprensori dell’Alto Adige.

Assoldati a gettone da coop private. C’è chi guadagna anche 3.600 euro in 48 ore. 

Una delle più attive - con appalti in decine di ospedali tra la Lombardia e l’Alto Adige (e un giro di un centinaio di medici) - è la Medical Service Südtirol. 

Dietro al gruppo costituto nel 2018 per fornire professionisti della sanità idonei a colmare il fabbisogno di personale, c'è il dottor Jamil Abbas, origini libanesi, da anni trapiantato a Bolzano dove lavora come libero professionista al San Maurizio.

Gli affari vanno a gonfie vele. La Medical Service nel 2021 ha toccato ricavi per 1,4 milioni_di euro (+30%) con un utile di 178 mila euro. Un caso in Italia che ha suscitato l’interesse delle Iene di Mediaset in visita al San Maurizio. «Tutto regolare - sintetizza Abbas - la legge lo permette». Ma lei - chiedono - non ha paura che la sanità funzioni in questo modo? «La toppa - risponde - non è colpevole del buco».

L’Asl deve coprire i turni.

Bertoli dice che l’Asl ha fatto di tutto. «Abbiamo un ufficio che si occupa di reclutare personale. Abbiamo personale dedicato ad attivare contratti... che funziona... ma non basta. Già da tempo, soprattutto gli ospedali di Bolzano e Merano, sono in sofferenza e queste coop garantiscono la copertura dei turni. Parlo di medici di Pronto soccorso, anestesisti per le sale operatorie ma anche pediatri ecc. Così facendo riusciamo a tenere aperti servizi essenziali sempre ricordando che le coop ci garantiscono anche le sostituzioni». Si parla di gettoni d’oro. «Li trovo equivalenti ai costi standard se conteggiamo stipendio e costi aziendali». Ma quali sono gli svantaggi di avere in reparto gettonisti? «Spesso si tratta di personale che ruota non in grado di inserirsi bene nel reparto... la turnazione continua non va. Altra cosa il medico dipende dalla coop per cui tutta l’organizzazione dei servizi deve tenerne conto e non è spesso facile». Si tratta di personale qualificato? «Sono liberi professionisti che devono garantire un determinato standard che noi verifichiamo. Ma certo un conto è leggere una carta, un conto vederli all’opera». 

Bsk e Anaao: minore qualità.

Ivano Simioni - segretario del sindacato medici ospedalieri Bsk - dice che i gettonisti servono per mandare avanti gli ospedali. «Ma non sono ben inseriti nel sistema, perché oggi sono qui domani chissà e poi non conoscono bene i pazienti ed i casi clinici. Va da sé che la qualità del loro servizio sia per forza di cose inferiore rispetto a chi è fisso in reparto».

Per Edoardo Bonsante - del sindacato Anaao - la questione va avanti da anni. «Ci sono coop non in regola con le norme di legge a fianco di altre coop che le rispettano... ma è questo il bene della sanità pubblica. Tappano un buco ma non risolvono un problema che è strutturale. Si tratta di fatto di “mercenari” che inanellano anche vari turni di seguito, bypassando le regole sui limiti dell’orario, esponendo loro stessi ad un aumentato margine di errore per stanchezza e quindi elevando il rischio clinico del contesto in cui lavorano. Contesto che spesso non conoscono bene perché vi lavorano saltuariamente. Questione che li porta spesso o a non sfruttare tutte le potenzialità dell’ospedale che li ha assoldati o a richiedere esami e prestazioni inutili per medicina difensiva». Ma il vero problema per Bonsante è capire perché siamo arrivati a questo punto: «Perché senza di loro crollerebbero interi reparti e sopratutto il servizio di Pronto soccorso. È il fallimento di chi ha gestito il pubblico negli ultimi anni e della politica che ha ridotto i posti letto, eliminato la meritocrazia salvo poi ipocritamente, come accade nella nostra provincia, dare la colpa ai sindacati. Perché quando vedi che i concorsi vanno deserti, che chi può va in pensione e chi non può va nel privato e gli unici medici che trovi sono i gettonisti ( se li trovi), allora vuol dire che i buoi sono già scappati».

 













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