Meister (albergatori): «Sbagliati i tagli al turismo in Alto Adige»

Il presidente di categoria alla Provincia: il nostro settore tira e va sostenuto


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Controproducenti»: così Christof Oberrauch, nuovo presidente del Wirtschfatsring, l'associazione degli imprenditori di lingua tedesca, ha definito i tagli al bilancio provinciale che colpiscono anche il turismo: il settore ha trainato l'economia, nonostante la crisi. Oberrauch ha raccolto le preoccupazioni del presidente degli albergatori Walter Meister che avverte: «È pericoloso tagliare il budget del turismo, perché se il nostro settore dovesse avere una flessione, a farne le spese sarà l'intera economia». Presidente Meister, qualcuno dice che voi pretendete troppo: il turismo va a gonfie vele, nonostante la crisi. «È vero che la stagione estiva - i dati non sono completi manca ancora il bilancio di ottobre - è andata bene: si parla di un 2% in più. Anche i fatturati sono aumentati, ma ci manca la verifica sulle spese». E quindi si potrebbe dedurre che il turismo non ha bisogno dell'aiuto della Provincia. «Sbagliatissimo. Innanzitutto perché il dato positivo del +2% va letto e interpretato. Nel senso che vanno bene gli alberghi di qualità, mentre sono in difficoltà le piccole strutture alberghiere, i ristoranti, i bar. Un po' la crisi ma soprattutto le norme più restrittive sul consumo di alcolici hanno modificato le abitudini della clientela che al bar e al ristorante spende meno». Al turismo nel bilancio 2011 viene tagliato un 6% del budget - si passa da 38 milioni e 868 mila euro del 2010 ai 36 milioni e mezzo nel 2011 - la stessa riduzione che viene applicata agli altri settori dell'economia. «Attenzione però, a mettere tutti sullo stesso piano. Capisco che ci sono meno soldi in bilancio, ma forse bisognerebbe distinguere tra settore e settore. Il turismo tira nonostante la crisi, ma bisogna fare di tutto per evitare che il vento cambi, perché una flessione in questo campo avrà ripercussioni pesanti in tutti gli altri: a partire dal commercio per arrivare all'artigianato che beneficiano dei 28 milioni di pernottamenti all'anno. Caleranno inoltre le imposte incassate dalla Provincia». E quindi la Provincia cosa deve fare? «Nonostante la crisi, deve sostenere con forza questo settore dove nulla è scontato. La concorrenza è fortissima, non ci si può permettere di dormire sugli allori. Per questo è stato un errore tagliare un milione di euro - nel bilancio 2011 ci saranno 11 milioni e 200 mila euro - ad Alto Adige Marketing. Questo significa dover rinunciare a fare pubblicità in certi mercati». Ma l'Alto Adige è già un'area turisticamente affermata. «Cosa significa? La pubblicità è l'anima del commercio e del turismo: io posso avere l'hotel più bello, ma se nessuno lo sa i clienti non arrivano. Il guaio è che mentre in Alto Adige si taglia sulle voci che riguardano il turismo, in altre realtà vicine alla nostra, come il Trentino, i finanziamenti sono sempre notevoli. Alla lunga questa differenza si farà sentire». Nel 2011 la Provincia dovrebbe riaprire il rubinetto dei contributi per le ristrutturazioni qualitative degli alberghi. «Sì, ma solo per i piccoli alberghi che non superano i 3-400 mila euro di fatturato. Tutti gli altri sono esclusi. È già da un anno che non riceviamo più un cent. Non solo. Gli albergatori vantano un credito di 50 milioni nei confronti della Provincia, per ristrutturazioni qualitative fatte quattro-cinque anni fa quando ancora venivano concessi i contributi». Il rischio è che, nel giro di qualche anno, si riduca la qualità delle strutture alberghiere? «Il rischio è proprio questo. Per continuare ad essere competitivi dobbiamo continuamente rinnovare, offrire alla clientela delle novità». L'economia invoca la riduzione delle spese del personale pubblico provinciale. «Credo sia doveroso chiederlo. Abbiamo 50 mila dipendenti pubblici su un totale di 200 mila persone che lavorano. Se confrontiamo questi dati con altre realtà ci rendiamo conto che sono numeri inaccettabili. Sopratutto in tempi di crisi quando in cassa ci sono meno soldi per tutti». Presidente Meister, qualcuno dice che voi pretendete troppo: il turismo va a gonfie vele, nonostante la crisi. «È vero che la stagione estiva - i dati non sono completi manca ancora il bilancio di ottobre - è andata bene: si parla di un 2% in più. Anche i fatturati sono aumentati, ma ci manca la verifica sulle spese». E quindi si potrebbe dedurre che il turismo non ha bisogno dell'aiuto della Provincia. «Sbagliatissimo. Innanzitutto perché il dato positivo del +2% va letto e interpretato. Nel senso che vanno bene gli alberghi di qualità, mentre sono in difficoltà le piccole strutture alberghiere, i ristoranti, i bar». Al turismo nel bilancio 2011 viene tagliato un 6% del budget - si passa da 38 milioni e 868 mila euro del 2010 al 36 milioni e mezzo nel 2011 - la stessa riduzione che viene applicata agli altri settori dell'economia. «Attenzione però, a mettere tutti sullo stesso piano. Capisco che ci sono meno soldi in bilancio, ma forse bisognerebbe distinguere da settore a settore. Il turismo tira nonostante la crisi, ma bisogna fare di tutto per evitare che il vento cambi, perché una flessione in questo campo avrà ripercussioni pesanti in tutti gli altri: a partire dal commercio per arrivare all'artigianato che beneficiano del turismo. Caleranno inoltre le imposte incassate dalla Provincia». E quindi la Provincia cosa deve fare? «Nonostante la crisi, deve sostenere con forza questo settore dove nulla è scontato. La concorrenza è fortissima, non ci si può permettere di dormire sugli allori. Anche perché nulla in questo settore è scontato. Per questo è stato un errore tagliare un milione di euro - nel bilancio 2011 ci saranno 11 milioni e 200 mila euro - ad Alto Adige Marketing. Questo significa dover rinunciare a fare pubblicità in certi mercati». Ma l'Alto Adige è già un'area turisticamente affermata. «Cosa significa? La pubblicità è l'anima del commercio e del turismo: io posso avere l'hotel più bello, ma se nessuno lo sa i clienti non arrivano. Il guaio è che mentre in Alto Adige si taglia sulle voci che riguardano il turismo, in altre realtà vicine alla nostra, come il Trentino, i finanziamenti sono sempre notevoli. Alla lunga questa differenza si farà sentire». Nel 2011 la Provincia dovrebbe riaprire il rubinetto dei contributi per le ristrutturazioni qualitative degli alberghi. «Sì, ma solo per i piccoli alberghi che non superano i 3-400 mila euro di fatturato. Tutti gli altri sono esclusi. È già da un anno che non riceviamo più un cent. Non solo. Gli albergatori vantano un credito di 50 milioni nei confronti della Provincia, per ristrutturazioni qualitative fatte quattro-cinque anni fa quando ancora venivano concessi i contributi». Il rischio è che, nel giro di qualche anno, si riduca la qualità delle strutture alberghiere. «Il rischio è proprio questo. Per continuare ad essere competitivi dobbiamo continuamente rinnovare, offrire alla clientela delle novità».

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