Mendola, le orme dell’orso sulla strada innevata

Sono state fotografate da un geologo della Provincia nel tratto chiuso al traffico. Ha dormito nella zona e si è fatto una passeggia per sgranchirsi


di Bruno Tonidandel


PASSO MENDOLA. Se le macchine non passano, ci pensa l’orso a utilizzare indisturbato la Statale da tempo chiusa al traffico. Le orme inconfondibili, ma soprattutto la tana del plantigrado, sono state rintracciate da un geologo della Provincia nella zona della Mendola. La Statale 42 del Tonale e della Mendola è chiusa al traffico da più di un mese. Frane, smottamenti e slavine minacciano l’arteria tanto che la Provincia ha imposto il divieto di transito a tutti: dai pedoni ai veicoli pesanti.

La strada è pericolosa specie nella parte alta soprattutto nel tratto delle cosiddette “Roccette”. Ovviamente infuriati gli utenti, in particolare i nonesi costretti a fare i pendolari. C’è qualcuno però che non è affatto scontento dell’interruzione della Statale, godendosi la tranquillità, la pace e il silenzio della natura che ora si sta lentamente risvegliando dopo la pausa invernale, lontano dal fracasso delle auto ma soprattutto quello delle moto che, da quando la strada è stata rinnovata, salgono al passo a velocità sostenuta. A godersela sono gli orsi, la cui presenza è stata notata di recente. I plantigradi girano anche sulle pendici del Monte Roen e su tutta la dorsale del Penegal.

La loro presenza è stata notata proprio in questi giorni da un geologo dell’Uffico geologia e prove materiali della Provincia. Il tecnico stava percorrendo a piedi il tratto di strada chiusa al traffico per controllare dei lavori di consolidamento del versante roccioso che un’impresa sta eseguendo. Ad un certo punto è stato incuriosito da una serie di orme che non corrispondevano a quelle degli ungulati (caprioli, camosci, cervi). Erano quelle di un plantigrado in fase di spostamento. Le ha seguite a lungo nel bosco innevato e ha scoperto anche un giaciglio. Un ricovero scavata nella neve, utilizzato di recente. In pratica l’animale doveva aver trascorso la notte ed aveva lasciato la sua temporanea dimora alla ricerca di cibo.

Del resto si tratta di un comportamento tipico degli orsi che non hanno un letargo profondo e continuo con una abbassamenti drastico del metabolismo come quello delle marmotte ma che, al contrario, interrompono il sonno invernale per farsi una passeggiata, sgranchirsi un po’ e vedere un po’ com’è la situazione per decidere poi se è il caso di farsi ancora un sonnellino o di darsi una mossa.













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