MERANO. La popolazione di Merano galoppa con un ritmo intenso verso la soglia dei quarantamila abitanti. Ieri mattina il sindaco Günther Januth ha presentato la relazione annuale dell’ufficio anagrafe dalla quale emerge che il 24 febbraio la popolazione iscritta risulta essere di 39.509 abitanti, ottocento in più rispetto a un anno fa.

Nel 1998 Merano si era ridotta ad avere 33.800 abitanti, poi dal 2002 la crescita non si è più fermata fino ai giorni nostri al ritmo di 500/1000 abitanti in più all’anno. Ma attenzione, il flusso crescente fino a due anni fa non era affatto dovuto all’aumento delle nascite, ma essenzialmente all’arrivo di nuovi abitanti da fuori cittá, per la gran parte immigrati stranieri.

Dallo scorso anno in maniera lieve, quest’anno in modo più evidente, tornano a crescere anche per così dire i nativi. Il saldo nati/deceduti infatti per il secondo anno di fila da un segno positivo: lo scorso anno sono nati 394 bambini, mentre sono morte 358 persone con un saldo attivo di 36 unità (13 nel 2013). Dal 2012 il numero dei nati maschi supera quello delle donne, come del resto i decessi. In dieci anni, dal 2004 al 2014 gli anziani in età compresa tra 76 e 95 anni sono cresciuti del 27% (ora sono 3.840) mentre gli ultra novantacinquenni sono 65.

Nello stesso periodo sono cresciuti anche, e questo è un dato confortante, i ragazzi tra i sei e i diciotto anni (+23%, ora sono 4.972 persone). Un altro dato segnalato dall’anagrafe comunale riguarda la composizione delle famiglie. Il 41%, quasi una famiglia su due, è composta da una persona sola, i single per intenderci, un altro quarto delle famiglie è composto da due persone, i coniugi o un genitore più un figlio mentre solo il 15 per cento delle famiglie inizia ad avere una composizione tradizionale, quella delle tre persone. Le famiglie con almeno 7 componenti in città sono 66.

La popolazione straniera infine: rappresenta il 16,1% dei residenti, 6.366 persone. Il 4,3% è rappresentato da cittadini residenti che provengono dai paesi dell’Unione europea, il restante 11,5% proviene invece da Paesi extra Ue. (rog)

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