VIOLENZA A MERANO

Merano, parla la vittima della violenza"Quell'uomo era un invasato"

La ragazza stuprata al parco racconta di avergli anche offerto soldi: "Ma non è bastato"


Orfeo Donatini


MERANO. Il racconto agli inquirenti della giovane ragazza violentata l’altra mattina al parco Marconi da Antonio Salzano, il carpentiere di 34 anni arrestato poco dopo, non lascia spazio a dubbi: «Era come invasato - ha detto la giovane - picchiava, minacciava e violentava senza sentire ragione».
 La ricostruzione della drammatica mattinata di sabato al parco Marconi e sulle Passseggiate non presenta ormai più alcuna zona d’ombra. E’ tuttavia dalle prime dichiarazioni della giovane vittima violentata dietro una siepe del parco che emergono in tutta la loro drammaticità le modalità con cui Antonio Salzano ha agito: «Era come invasato», ha detto la ragazza. «Non sentiva ragione tanto che non ha nemmeno prestato attenzione all’offerta del portafoglio che gli ho fatto subito pensando che si trattasse di una rapina. Invece ha cominciato a picchiarmi e a minacciarmi di morte se non avessi fatto tutto quello che voleva. Poi mi ha strappato i vestiti e violentata».
 «Avevo bevuto superalcolici e sniffato cocaina», dirà poi Salzano nel corso della sua confessione davanti al sostituto procuratore Igor Secco, aggiungendo un ben fragile tentativo di giustificarsi: «Però non ricordo bene cosa sia successo».
 Lo ricorda perfettamente purtroppo la sua vittima, ora amorevolmente curata dai genitori e dal fidanzato, ma anche la seconda donna che il carpentiere ha aggredito a poche centinaia di metri sul Lungopassirio. Anche in questo caso l’uomo avrebbe probabilmente dato vita al medesimo copione se le urla della donna non l’avessero spaventato e costretto ad una precipitosa fuga verso casa.
 Tuttavia mentre per questa seconda aggressione la casualità dell’incontro pare del tutto evidente e pacifica, non altrettanto sembra per l’appostamento all’alba nel parco: il Salzano aveva forse già visto o casualmente incrociato la ragazza e ne conosceva i suoi spostamenti, regolarissimi, per recarsi al lavoro? Spetterà agli inquirenti che hanno così velocemente risolto il caso, ricostruire ogni aspetto e ogni dettaglio di questa esplosione di violenza inaudita che ieri ha lasciato tutta la città letteralmente sotto shock: «Un fatto incredibile e mostruoso», ha detto il sindaco Januth che stentava a credere che tutto ciò fosse accaduto a poche centinaia di metri dal suo ufficio. Intanto Antonio Salzano - il carpentiere trentaquattrenne reoconfesso - è rinchiuso nel carcere di via Dante a Bolzano a disposizione della magistratura che questa mattina con ogni probabilità procederà alla conferma dell’arresto













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