Migranti in strada, i centri restano chiusi

Comune e Provincia: no a strutture di accoglienza temporanea. Il sindaco: se l’Austria chiude, il confine si sposterà qui


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Definirla linea dura, forse, è improprio. Ma di sicuro - sugli oltre cento fra migranti e senzatetto che sono rimasti in strada dopo la chiusura dei centri emergenza freddo - Comune e Provincia non hanno cambiato idea. Il flash mob di domenica sera - con decine di sacchi a pelo in piazza Municipio - non è servito a molto. Almeno per ora.

«Non ci sono i presupposti - sottolinea Luca Critelli, direttore della ripartizione famiglia e politiche sociali della Provincia - nemmeno per creare dei centri di accoglienza temporanea, altrimenti il rischio è sempre quello di fungere da calamita per altre persone che non hanno alcun titolo a restare qui. Dopo aver vagliato tutte le posizioni, nel dettaglio, sono state ammesse nei centri di accoglienza una dozzina di persone, ma per le altre ritengo ci siano ben poche speranze. Lo screening è già stato fatto sia dalla Questura che dal Commissariato del Governo».

Critelli ritiene che una parte di questi migranti finiranno al Sud. «Alcuni di loro ci hanno comunicato che andranno a fare i braccianti agricoli nel Centro-Sud Italia».

Container da spostare. Nei prossimi giorni saranno spostati anche i container ai Piani di Bolzano, vicino all’ex caserma Gorio. «Ma è solo per asfaltare una strada - assicura Critelli - e chi li occupa sarà trasferito per poco meno di un mese all’ex Alimarket in via Gobetti. In ogni caso non sono previsti nuovi arrivi ai Piani».

Rinnovato l’accordo per «Bagni di Zolfo» fino al dicembre 2018. La giunta provinciale approverà questa mattina una delibera nella quale sarà prolungato fino al dicembre 2018 il sub-comodato con la Caritas per l’uso dell’edificio di via San Maurizio 93 per la sistemazione di richiedenti asilo. «L’edificio - spiega Critelli - è dell’Ipes e sarà concesso in comodato d’uso gratuito alla Caritas. Stiamo parlando complessivamente di 140 richiedenti asilo. Questa, dopo l’ex Gorio, è una delle prime strutture che abbiamo usato, con soddisfazione, non appena sono cresciuti i flussi».

Mobilitati vigli urbani e Seab. Come ha sottolineato ieri il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi il Comune «farà tutto il possibile per preservare il decoro della città e in tal senso abbiamo mobilitato anche Seab e vigili urbani che interverranno per ripulire, ove sarà necessario». Tra i nuovi giacigli di fortuna spiccano quelli di piazza Verdi ma anche in Vicolo Parrocchia e a ridosso dei ponti. «Non ci sono i presupposti per creare centri di accoglienza temporanea».

Paura per i controlli austriaci. «Se l’Austria - ha detto Caramaschi - dovesse mettere in pratica quanto ha affermato sui controlli al Brennero c’è il rischio che Bolzano diventi una città di frontiera e questo mi preoccupa seriamente».

Sui numeri, invece, c’è un cauto ottimismo. «Dagli attuali 750 richiedenti asilo dovremmo scendere a 420 a Bolzano. Gli altri saranno smistati tra San Candido, Ora e Laives».

Intanto la polizia sta monitorando la situazione. E identifica tutti: irregolari e non.

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