Missili di contrabbando per la Jihad

Da Londra dove sono detenuti tre presunti terroristi arrestati dai Ros la conferma della pericolosità dell’organizzazione



BOLZANO. L’organizzazione internazionale, con una base anche in Alto Adige, puntava a creare un califfato nel Kurdistan iracheno, progettava rapimenti di diplomatici, organizzava il contrabbando di missili.

Un quadro inquietante quello emerso, nell’udienza a Londra, a carico dei tre presunti jihadisti, arrestati a conclusione dell’operazione dei carabinieri dei Ros - durata quattro anni - su ordinanza del tribunale di Roma il 12 novembre. Ricordiamo che sono 17 i membri dell’organizzazione colpiti da ordine di custodia cautelare, di questi sette vivono in Alto Adige, tra Merano, Bolzano e Collalbo.

La Procura di Trento, competente territorialmente, lunedì scorso ha ritenuto però che gli elementi a carico di sette di loro non fossero sufficienti a giustificare le misure cautelari che non sono state confermate e quindi sono tornati liberi. Due di questi, Kaml Hama Mahmoud e Goran Fatah Mohamad, entrambi curdi-iracheni, abitano a Merano.

Completamente diverso il quadro che emerge, oltre che dalle 1300 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare romana, anche dall’udienza che si è svolta a Londra.

Si oppongono all’estradizione dall’Inghilterra all'Italia tre dei presunti terroristi jihadisti di origine irachena. Si tratta di Hamad Bakr, alias Rebwar, 38 anni, residente a Kingston-upon-Hull, Rahim Zana Abdul Rahman, alias Zana Abdul Rahman Rahim, 32 anni, di Derby, e Awat Wahab Hamasalih, alias Awat Karkuky, 33 anni, residente a Birmingham, che la Corte di Westmister ritiene membri di spicco di Rawti Shax, l'organizzazione facente capo al Mullah Krekar, già in carcere in Norvegia, dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare.

Nell'udienza a Londra, svoltasi l’altro giorno, secondo Bbc e The Guardian, Daniel Sternverb, che rappresentava le autorità italiane, ha detto che l'organizzazione “Rawti Shax” mirava a effettuare attacchi contro obiettivi occidentali ed europei.

«L'organizzazione - ha affermato - mirava a creare un califfato nel Kurdistan iracheno e ha cercato di creare le cellule in Europa per condividere e diffondere materiale jihadista e partecipare alla Jihad in Iraq e in Siria insieme con lo Stato islamico e Al Nusra».

Quando poi il Mullah Krekar è stato arrestato e incarcerato in Norvegia nel 2012, il gruppo avrebbe - sempre secondo l’accusa - elaborato piani per rapire diplomatici - tra cui un ambasciatore britannico - e barattare poi il rilascio di Krekar. Nell’udienza a Londra - secondo la Bbc - sarebbe emerso che il gruppo prevedeva anche di contrabbandare missili in Norvegia per portare avanti la Jihad. Intanto nel carcere di via Dante a Bolzano sarebbe stata sequestrata della documentazione scritta in arabo, sul cui contenuto sono in corso verifiche.













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